Il ciclone Vittorio, parte seconda

La Saga di Vittorio Cecchi Gori

Parte seconda


 Vittorio e Mario Cegghi Gori alla cerimonia del Nastro d'argento del 1989
Foto di Wikipedia
 

Parte Prima
Parte Seconda
Parte Terza
Ritorno a casa Gori

Tutto parte, come ovvio che sia, dal rapporto col padre Marione. Confronto impietoso. Tanto saggio e risoluto Cecchi Gori senior, quanto impulsivo e smodato l’erede. «Il mio unico cruccio è quello di avere un figliolo bischero», dirà spesso, con tono bonario, il povero Mario. Una chiaroveggenza ai limiti del paranormale, la sua, benché molti, sarcasticamente, potrebbero dire: be’, non ci volevano certo capacità extrasensoriali per capirlo. Vittorio, comunque, cresce come un piccolo principe. La madre Valeria lo vizia, il padre peggio che mai. A sette anni sta sulle ginocchia di Eduardo De Filippo, cominciando a vivere il set. Poi la giovinezza: l’amicizia con Vittorio Gassman, la vita da vitellone, da playboy. Marisa Del Frate, Maria Grazia Buccella, Maria Giovanna Elmi: alcune delle sue mille conquiste, affascinate dalla personalità del rampollo, o forse, più verosimilmente, dallo Spider che Vittorio guida a tutto gas fra le vie dei Parioli.

Il padre Mario prova in tutti i modi a tenerlo lontano dai guai. Gli mette alle calcagna tutor e guardie del corpo, gli sistema l’ufficio davanti al suo, nella speranza – vana – che non prenda iniziative. Memorabile in tal senso un aneddoto raccontato da Enrico Montesano. Sono gli anni ’80. L’attore romano, convocato da Marione, prima del colloquio si ferma per due chiacchiere nella stanza di VCG, che gli propone subito un film. «Grazie, Vitto’, ma che film facciamo?», gli domanda Montesano. «Non importa», risponde sicuro lui. «Come non importa? E che storia se fa?», dice il comico. «Ci sei te e Pozzetto, basta… Fate due camionisti… Oppure due butteri maremmani…». «Ma che c’entra? ‘A Vitto’, e nnamo… ». Fortunatamente, alla fine, interviene il padre a fermarlo. Cercherà di fermarlo sempre. Fino all’infarto fatale del ’93.
 


Montesano, Vittorio e Verdone
 

L’amore è eterno finché dura
Le donne. Altra costante nella vita del tycoon fiorentino. Come ogni buon italiano che si rispetti, però, la prima sul podio delcuore sarà sempre la mamma, la Signora Valeria. Vittorio, figlio unico, resterà a vivere con lei fino a quarant’anni. Donna dalla personalità forte, passionale, e madre forse anche troppo dolce e affettuosa, Valeria – che conobbe Mario Cecchi Gori proprio durante un Fiorentina-Juventus – trasmette al figlio il tifo per la viola e gli perdona tutto, trattandolo fino alla fine dei suoi giorni come un bambino. «Vittorio! Cosa mi tocca sentire dai’ mi’ figliolo…», era la frase più gettonata ad ogni parolaccia del pargolo cinquantenne. Cecchi Gori, allo stesso tempo, ha per lei un’adorazione: la protegge dalla stampa quando mima il gesto dell’ombrello ai tifosi della Lazio, le fa leggere sempre i copioni per un parere decisivo, la ascolta religiosamente nella selezione di amici e fidanzate.

Valeria non riuscirà però a dissuaderlo con Rita Rusic, modella croata ed aspirante attrice. Vittorio se la sposa, incurante pure delle parole del padre: «Questa i’ mi’ figliolo se lo mette in saccoccia». E infatti, come volevasi dimostrare: chiamate al 113, avvocati, botte, tradimenti, separazioni, richieste di alimenti per duemila miliardi delle vecchie lire, con tanto di villa a Sabaudia e teatro a Los Angeles bevuti alla goccia. Certo, la Rusic ha quantomeno il merito di aiutare Vittorio nel cinema, presentandogli campioni di incassi come Pieraccioni e Panariello. Le altre che verranno dopo, be’, diciamo non avranno lo stesso intuito artistico.


Vittorio con Rita Rusic
Foto leggo.it

 

Vittorio Cecchi Gori

Fra queste, rimarrà nell’immaginario collettivo Valeria Marini ed il suo baby-doll durante la famosa irruzione della Guardia di Finanza a Palazzo Borghese, residenza romana di VCG. Nel blitz verrà scoperta pure una discreta quantità di cocaina, nascosta in cassaforte. Giusto qualche chilo di polvere bianca, roba non proprio da uso personale, secondo i giornali dell’epoca. Un complotto, dirà invece VCG, che di dipendenze ne ha soltanto una. Per lo zafferano. Sai che risotti! Seguiranno Mara Meis, Filomena Azzarito ed altre simili starlette: innegabile che oltre allo zafferano Vittorio abbia sempre avuto anche una seconda passione. Del resto, la stessa Marini lo aveva ribattezzato Duracell. Ed è meglio fermarsi qui. 

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