La Regina Vittoria del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda (1819-1901) fu una delle figure più influenti del XIX secolo. Salì al trono nel 1837, all'età di 18 anni, e il suo regno durò 63 anni, segnando un'era di grandi cambiamenti e progresso, conosciuta come l'Epoca Vittoriana. Sotto il suo regno, l'Impero Britannico si espanse notevolmente, diventando una delle potenze più grandi del mondo. Nonostante ciò, Vittoria era nota per la sua avversione alla guerra, preferendo la diplomazia e mantenendo un atteggiamento cortese verso tutti i popoli dell'Impero. Vittoria sposò il principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha nel 1840, con cui ebbe nove figli. Il loro matrimonio fu visto come un modello di stabilità e amore coniugale. Dopo la morte prematura di Alberto nel 1861, Vittoria cadde in un profondo lutto e si ritirò dalla vita pubblica per molti anni. Durante il suo regno, l'Inghilterra visse una notevole rivoluzione industriale e progressi scientifici, culturali e politici. Le sue visite in Italia, e in particolare a Firenze, riflettono la sua passione per l'arte e la cultura. La sua influenza perdurò ben oltre la sua morte nel 1901, lasciando un'impronta indelebile nella storia britannica e mondiale.
Alexandrina Vittoria fu una regina dal grande carattere, governando con un impegno basato su forti valori. Celebre la sua affermazione: “Una sconfitta? La possibilità non sussiste”. Durante il suo regno, l'Inghilterra sperimentò un enorme sviluppo industriale, culturale, politico, scientifico e militare, con una notevole espansione dell'Impero Britannico. Nonostante ciò, Vittoria non mostrò mai una particolare passione per la guerra, sebbene in alcuni momenti esprimesse sentimenti come: “Oh, se la regina fosse un uomo!”. La sua costante cortesia nei confronti dei principi dell'Impero, priva di qualunque forma di razzismo, è un tratto distintivo del suo regno, celebrato come “Epoca Vittoriana”.
Anche Vittoria, come molti inglesi sin dai tempi del Grand Tour, subì il fascino dell'Italia, e in particolare della Toscana e di Firenze. Questo mito di Firenze influenzò profondamente la cultura e le arti inglesi e americane tra Ottocento e Novecento, come dimostra il movimento preraffaellita. I rapporti tra Firenze e l’Inghilterra sono antichi: la prima sede diplomatica inglese all’estero fu proprio a Firenze, risalente al 1456. Da allora, la presenza inglese in città si è consolidata sia in termini numerici che di partecipazione culturale.
Durante l’Epoca Vittoriana, l'Inghilterra si mostrò ospitale verso coloro che, nel contesto dei moti risorgimentali, furono costretti all’esilio. Questo atteggiamento contribuì a sensibilizzare l'opinione pubblica britannica verso le aspirazioni patriottiche italiane, portando molti sudditi britannici a partecipare ai moti italiani, come Frederick Stibbert, volontario garibaldino. Il supporto britannico alle guerre di indipendenza italiane fu determinante, soprattutto nelle fasi iniziali.
Vittoria visitò Firenze più volte tra il 1888 e il 1894, soggiornando principalmente tra inverno e primavera, in residenze come Villa Fabbricotti, ospitata dalle famiglie patrizie della città. Questi soggiorni, seppur in veste privata, non le impedirono di mantenere contatti con la comunità inglese di Firenze e di partecipare a eventi pubblici. Celebri le sue passeggiate nei giardini e la passione per la pittura ad acquerello, una passione condivisa da molti statisti e membri della famiglia reale.
I sudditi britannici residenti a Firenze eressero una fontana in onore della Regina Vittoria in occasione del Giubileo di Diamante del 1897. Durante la sua visita a Firenze nel 1888, la sovrana espresse ammirazione per Palazzo Pitti e la collezione degli Uffizi, ma criticò Piazzale Michelangelo e le statue attorno alla copia del David, trovandoli non di suo gusto.
Ivan Dmitri, fotografo e incisore americano del XX secolo, celebre per la sua arte e le innovazioni nella fotografia a colori.
Pittore statunitense del XIX secolo, trasferitosi a Firenze, abbandonò la pittura per collezionare opere rinascimentali.
Uomo di chiesa e fotografo, ha immortalato con passione Firenze e i suoi tanti viaggi, lasciando un patrimonio storico visivo unico.
Pittore e fotografo spagnolo, influenzato dai Sorollistas, espose in Europa e America. Morì nel 1926.