Famiglia Degli Alberti

Famiglia Degli Alberti
Importante famiglia fiorentina tra il XIV e il XV secolo

 

La famiglia degli Alberti, conosciuta anche come gli Alberti del Giudice, ha una storia affascinante legata al commercio e alla politica a Firenze. Il nome "del Giudice" fu dato a Iacopo Alberti nel 1244, quando ricoprì la carica di giudice e capitano del popolo fiorentino. Questa famiglia è stata definita tra le più illustri, e i monumenti religiosi e le logge che costruirono a Firenze testimoniano la loro importanza.
Come molte altre famiglie dell'epoca, anche gli Alberti furono divisi tra guelfi e ghibellini, e questa divisione politica li portò a subire persecuzioni da parte dei Guelfi. Alcuni membri della famiglia Alberti si rifugiarono all'estero, dove accumularono potere e ricchezza. In Francia, i discendenti di questa famiglia sono ancora conosciuti come i duchi di Luynes, e il ramo di Luigi Tommasi di Caroccio degli Alberti gode di ricchezza e una posizione di prestigio.
Per dimostrare quanto le persecuzioni influenzassero la famiglia Alberti, si può menzionare un decreto emesso dalla Balìa dei 20 nel 1412. Questo decreto offriva una ricompensa a chiunque uccidesse uno degli Alberti, tra cui Antonio, Rinieri, Bivigliano, Beltramo e Piero. Le ricompense erano sostanziose: duemila scudi d'oro per ogni omicidio, e il privilegio di portare armi in perpetuo. Questo mostra quanto fossero gravi le conseguenze per coloro che erano considerati nemici dal governo dell'epoca.

Le case degli Alberti, insieme alla loggia e alla torre, si trovavano a Firenze, sul lato di Borgo Santa Croce, vicino al canto delle Colonnine. In quel periodo, c'era una porta della città chiamata Porta dei Buoi, così chiamata perché vicino a essa si teneva il mercato dei buoi sul greto dell'Arno, di fronte alla chiesa di San Jacopo tra i Fossi, una parrocchia situata al di fuori delle mura della seconda cerchia di Firenze.

Gli Alberti avevano un ruolo significativo nella Repubblica fiorentina, fornendo nove gonfalonieri e 49 priori tra il 1280 e il 1528. Tra questi, messer Niccolò di messer Iacopo Alberti fu uno degli uomini più influenti di Firenze e morì nel 1377 con la fama di essere il cittadino più ricco della Repubblica. I suoi sontuosi funerali furono descritti nel Diario di Monaldi, mostrando il lusso sfrenato che caratterizzava le cerimonie funebri dell'epoca.

Questa famiglia antica ha conservato numerosi codici relativi alle loro attività commerciali nel corso del tempo. Queste testimonianze sono di grande importanza storica perché, insieme ai codici della famiglia Peruzzi, rappresentano una delle poche fonti che ci permettono di comprendere nel dettaglio il commercio medievale a Firenze.

Tratto da:
S.L. Peruzzi, Storia del commercio e dei banchieri di Firenze in tutto il mondo conosciuto dal 1200 al 1345, Firenze, Coi tipi di M. Cellini e C., 1868​

Stemma della famiglia con le catene incrociate

 

Ritratto di Leon Battista Alberti (1404-1472), Galleria degli Uffizi 
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