Famiglia dei Bardi

Famiglia dei Bardi
Famiglia di probabili origini celtiche (il bardus era infatti all'epoca un cantore popolare)


La famiglia Bardi ha una storia interessante che li collega a Firenze e alle attività di mercatura, arti e scienza. Nonostante alcuni antichi scrittori abbiano cercato di far discendere molte famiglie italiane dai barbari del Settentrione durante le grandi invasioni straniere, i documenti dimostrano che i Bardi erano originari dei dintorni di Firenze e stabilirono la loro presenza in città già dall'XI secolo.
I Bardi erano una famiglia di mercanti e guerrieri, seguendo la tradizione delle famiglie fiorentine dell'epoca, che si dedicavano sia al commercio che alle arti militari. La loro potenza si estendeva in gran parte del Borgo noto come Pidiglioso o Pidocchioso, successivamente chiamato Via dei Bardi.
Uno dei membri più noti dei Bardi fu Bartolo di Iacopo, il primo della sua famiglia ad essere eletto al priorato delle arti quando fu istituito nel 1282. Egli ebbe due figli, Ridolfo e Iacopo, che furono celebri mercanti, ricchi e noti per i servizi resi alla patria e per la loro reputazione all'estero. Gualtieri dei Bardi, figlio di Iacopo di Bartolo, fu un banchiere dei re d'Inghilterra prima dei Peruzzi e, dopo la fuga e la cattura dei Frescobaldi nel 1312, continuò a svolgere questo ruolo.
I Bardi erano ben considerati presso la corte inglese, come dimostrano gli atti ufficiali inglesi che menzionano i pagamenti di somme considerevoli ai Bardi per ordine del re d'Inghilterra, Eduardo I. Inoltre, Eduardo III concesse a Gualtieri dei Bardi il diritto di cittadinanza inglese durante la sua vita, insieme a tutti i privilegi goduti dai cittadini inglesi.
Un particolare interessante è il privilegio concesso a Gualtieri dei Bardi di inserire le armi reali Plantageneti nelle loro armi di famiglia come ricompensa per i noti impegni finanziari. Questo privilegio è sottolineato dalla presenza di tre leoni sopra un campo dorato nelle armi dei Bardi, come evidenziato nella loro cappella in S. Croce, dipinta da Giotto. Questo simboleggia la connessione speciale tra la famiglia Bardi e la corona inglese.
Non sembra fondata tale asserzione: 1° perchè Giotto pittore della cappella dei Bardi morì nel 1335, e perciò la pittura fu anteriore ai grandi imprestiti al re Eduardo ancora troppo giovine; 2° l'arme dipinta in S. Croce fa vedere tre leoni rossi in campo d'oro, mentre l'arme reale d'Inghilterra ha tre leopardi d'oro in campo rosso; 3° nè il Villani contemporaneo nè l'accuratissimo Ammirato, nè alcuno altro storico fanno menzione di questo fatto per sè stesso notevolissimo. Si può aggiungere ancora, che la concessione di un tal privilegio in quell'antico tempo doveva esser molto più diffìcile; perchè i soli nobili esercitavano le milizie, e la mercatura era rilasciata alle classi inferiori o almeno non considerate nobili.
Nonostante molte ricerche fatte, nessun libro di Banca dei Bardi ho potuto rinvenire; e il grande archivio lasciato dal defunto conte Girolamo dei Bardi non ha offerto che memorie moderne e partite di amministrazione di famiglia, senza accenni all'antica splendida mercatura di queill'illustre casa.

S.L. Peruzzi, Storia del commercio e dei banchieri di Firenze in tutto il mondo conosciuto dal 1200 al 1345, Firenze, Coi tipi di M. Cellini e C., 1868

D'oro a 5 (o in altre versioni 7) losanghe di rosso poste diagonalmente a simboleggiare: fedeltà lealtà, sapienza, fortezza e virtù
L'Annunciazione, sotto la quale sono San Michele tra San Francesco e un conte Bardi con la figlia.
Il dipinto celebrativo è ritenuto opera giovanile di Jacopo Chimenti detto l’Empoli (1551-1640).
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