Shegge di parole/3

PERLINE di Giuseppe Corsi.
Piccole storie curiose in poche righe

Diocesi.
Nel naufragio dell'Impero Romano d'Occidente, toccò alla Chiesa cercare di mantenere un minimo di coesione sociale e territoriale. Lo si può vedere ancora oggi. Spesso, le province della Repubblica Italiana ( non sopprimibili con legge ordinaria in quanto previste dalla Costituzione vigente) sono ricalcate sulle prefetture del Regno d'Italia, importate nel Regno di Sardegna dalla Francia, di solito prive di veridicità storica. Si vede così che Colle Valdelsa, baluardo meridionale della repubblica fiorentina, si trova in provincia di Siena. Caso clamoroso è quello di Volterra, attualmente provincia di Pisa, senza mai aver avuto a che fare con la repubblica marinara. V'è da dire, nella fattispecie, che Volterra lasciò la provincia di Firenze come forma di compensazione territoriale, quando -negli anni '30- venne creata la provincia di Livorno (sottraendo territorio pisano). 
Questo discorso non vale assolutamente per le Diocesi (dal greco “diòikesis”, amministrazione), essenziali per orientarsi nella storia di ogni località. Nel XII sec. abbiamo, quindi, le diocesi di Firenze, Fiesole, Volterra, Arezzo, Siena, Chiusi, Roselle, Sovana, Pisa, Populonia, Lucca (aggiungiamo Luni per la Lunigiana). Seguiranno Prato nel 1460, Pescia nel 1519, S. Sepolcro nel 1515 (unificata poi con Arezzo). La tendenza attuale è quella di ricalcare le Diocesi sulle Province: ed è un peccato, perchè si perde così un criterio di identificazione territoriale antico e radicato.
Un gallo sotterrato. 
No, niente riti vudu !
A fine '800, presso Castelnuovo, frazione di Talla (Ar), il prete era solito sotterrare un gallo fino al collo. I ragazzi dovevano fare a gara per colpirlo con i propri sassi; il vincitore se lo portava a caso come pranzo. Mi dispiace per gli animalisti, ma così è. 
Arista!
Al concilio di Firenze, così esclamavano i rappresentanti orientali di fronte alle porzioni di carne offerte nel “time lunch”. Buonissime ! (àristos è superlativo di agathòs, buono).
“Passa dal Carcacci a farti i capellacci”.
Luigi Carcacci era un pio barbiere della Firenze settecentesca, che tagliava gratis i capelli agli indigenti. Da qui il proverbio, attestato anche in forma breve, per cui “carcacci” divengono i capelli lunghi. È sepolto nella chiesa di S. Francesco Poverino, presso Pzza SS. Annunziata.
Venturino Camaiti.
Nasce nel 1862 e muore nel 1933. è autore di una riduzione della Divina Commedia in vernacolo. Ovviamente, vi sono alcune licenze, per cui Virgilio, ad es., si rivolge all'allievo spirituale così dicendo: “- vien via, grullaccio! Si passa pell'Inferno e i' Purgatorio; Beatrice poi ti leverà d'impaccio”. 
 


 

«Ni mmezzo di ccammin di nostra vita
mi ritrovai per una serva oscura...»
Vor di’ su’ trantacinque, e va capita,
se no principia la coglionatura;
perché questa Commedia è astrusa e ordita
da non fassi capire addirittura.
Dante vede una lonza inviperita,
un leone e una lupa, e gli ha paura.
Ma gli apparisce un omo. E Dante: - Oh, gioia!
Chi siei? Abbi pietà di mmi’ martorio! —
E quell’attro: — Cantai l'eroe di Troia! —
— Dunque Virglio! -
— Già! Vien via, grullaccio:
Si passa peII'Inferno e i‘ pPurgatorio;
Beatrice poi ti leverà d’impaccio. —

Poi seguito : — Te pigliami a braccetto,
e vien con meco senza fa’ parola. —
Ma Dante, che all'idea di qui vviaggetto
si sentiva veni’ la cacaiola [...]
 

Cosimo I ed il titolo di Granduca.
Cosimo I, duca di Firenze e di Siena, si fece nominare dal papa Pio V, nel 1569, granduca di Toscana (magnus dux Etruriae). Il titolo nobiliare era nuovo di zecca! Nel 1564, Sampiero Ornano di Bastelica, capitano di ventura ed amico di Giovanni dalle Bande Nere, gli aveva, in verità, proposto il titolo di re della Corsica, ma l'Imperatore si era fermamente opposto, così come alla nomina di re di Toscana. Anche questo “balletto” sui titoli nobiliari, infatti, faceva parte dei giochi diplomatici dell'epoca, per segnalare amici fedeli od “oggetti misteriosi” troppo ambiziosi. Per le solite beghe tra Papato ed Impero,dunque, il riconoscimento imperiale arriverà solo nel 1576 a Francesco I da parte di Massimiliano II . Più tardi, uno dei crucci di Cosimo III sarà quello di ottenere il titolo di re, ma non vi riuscirà. Sono , comunque, gli anni in cui “fiorentino” diventa sinonimo di “toscano”, per cui, al confine meridionale estremo dello Stato, si fronteggiano una Pescia Fiorentina ed una Pescia Romana.
Coloni corsi?
Vari autori riferiscono che Cosimo I fu costretto, causa pestilenza, a invitare coloni della Corsica in Casentino. La cosa non è certa. Resta certo, invece, il grado di affinità della lingua corsa con il Toscano, data la presenza di Pisa, ed il Genovese.
Il “gobbo maialaio” d'i Ponte a Ema.
È un altra figura di “poeta minore” degna del Lachera! Salatore di maiali nella Ponte a Ema della prima metà del XX sec., amava bere (soprattutto) e comporre rime cantate. Spesso, i compaesani si rivolgevano a lui , raccontandogli fatti relativi a nemici personali al fine di ottenerne, così, una “messa alla berlina” in pubblico. Un esempio è questo:
“Fiorin fiorello, hanno visto la moglie di Fringuello che andava col vinaio giù per l'Ema, e poi è tornata con la pancia piena” 
Bruno Cicognani e le targhe dantesche.
Bruno Cicognani è un altro nome da iscrivere tra i contestatori (Guido Carocci e Telemaco Signorini in primis) dei lavori di risanamento del centro fiorentino. Ne “L'età Favolosa”, a pg.491, egli nota “ nonostante tutto, non sarebbe stata un'impresa impossibile scattivare il centro serbando le forme, le linee, i caratteri, il senso della sua primitiva struttura. E sarebbe riuscita una meraviglia. Ci volevano genio, amore, milioni”. Magra compensazione a questo scempio? È presto detto: le targhe con i versi di Dante, considerate però dal nostro autore brutte, tagliate ,decontestualizzate. Difatti, “ a Firenze non si confanno né i palazzi alla tedesca né i grattacieli all'americana. Né le si ridà quel che le si tolse col murare delle lapidine coi versi di Dante nei luoghi famosi della sua storia, né col ricostruire balordamente le ipotetiche case di lui”.

Bruno Cicognani- Via Laura
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Giuseppe Corsi. giuseppe.corsi.fi@gmail.com

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