Firenze al tempo di Dante

La Firenze in cui Dante ha vissuto fino ai suoi trentasei anni era molto diversa da quella che conosciamo oggi con i suoi famosi monumenti. Non c'erano né il campanile di Giotto, né la cupola di Brunelleschi, né i sontuosi palazzi medicei. Neanche le chiese come Santa Maria Novella e Santa Maria del Fiore erano ancora state erette. La Firenze di Dante era una città medievale, caratterizzata da stretti vicoli, case costruite con pietra e legno ammassate l'una contro l'altra. Era un intricato labirinto di abitazioni, fondaci (sorta di negozi), botteghe e magazzini, intervallato da giardini, orti e vigneti.

Le chiese erano presenti, ma erano di dimensioni modeste, e le torri abbondavano, alcune delle quali di dimensioni notevoli. Le famiglie nobili costruivano queste torri per mostrare il loro potere, ma anche come mezzi di difesa per le case e i negozi sottostanti, offrendo una posizione elevata da cui potevano difendersi o minacciare in caso di conflitti, che purtroppo erano comuni in una città dove le rivalità tra fazioni sfociavano spesso in violenza.

La città era caratterizzata principalmente dalle torri e dai campanili, non da grandi monumenti architettonici, civili o religiosi. Solo alla fine del secolo iniziarono i lavori per alcune grandi opere architettoniche che ancora oggi definiscono l'aspetto di Firenze. I domenicani del convento di Santa Maria Novella posarono la prima pietra della loro imponente chiesa nel 1279, e la costruzione di Santa Croce iniziò nel 1295. Arnolfo di Cambio diede il via alla trasformazione della piccola cattedrale di Santa Reparata nella maestosa Santa Maria del Fiore. Nel 1299, iniziarono i lavori del Palazzo dei Priori, che poi divenne noto come Palazzo Vecchio. Queste imprese richiesero molti anni, alcune persino secoli per essere completate.

Nel periodo in cui Dante visse a Firenze, questi grandi edifici erano ancora in fase di costruzione e non fecero in tempo a diventare simboli della città ai suoi occhi. Anche il Duomo di Santa Maria del Fiore, sebbene fosse già in uso, non fu mai menzionato da Dante. Nel suo immaginario, il Battistero di San Giovanni era al centro dell'identità cittadina, rappresentando non solo il più grande edificio, ma anche il luogo in cui si svolgevano importanti cerimonie religiose e dove erano custoditi importanti simboli del Comune. Nessun altro edificio poteva competere con il suo status religioso e civico.

In breve, la Firenze di Dante non era famosa per i suoi maestosi monumenti o sontuosi palazzi, a differenza della sua rivale Pisa, che vantava edifici imponenti come il duomo e il battistero. Tuttavia, Firenze non era una città piccola, con una popolazione che, intorno al 1280, si aggirava tra i quaranta e i cinquantamila abitanti, rendendola una delle città più importanti d'Europa. Era anche in costante espansione, con una terza cerchia di mura fortificate che venne costruita a partire dal 1285 e completata solo nel 1333 per accogliere la crescente popolazione. Alla fine, questa cerchia aveva una circonferenza di otto chilometri e mezzo, dimostrando l'impressionante crescita della città.

 

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