I fratelli Bigordi
ovvero i Ghirlandaio
Tratto da L. De Mauri, L'amatore di oggetti d'arte e di curiosità, Ulrico Hoepli, Milano, 1922
GHIRLANDAIO [Domenico Bigordi, detto il], fratello di Benedetto e di Davide, n. a Firenze nel 1448. Suo padre Tommaso era orefice, e fu il primo che mettesse in capo alle fanciulle fiorentine quell'ornamento che si chiamava ghirlanda, donde il soprannome di Ghirlandaio, che pure conservarono i figli. Studiò prima l'oreficeria, quindi fu posto nella scuola di Alesso Baldovinetti ad imparare la pittura ed il mosaico. Le sue prime opere di pennello furono alcune storie nella cappella de' Vespucci, a cui successero a Santa Croce la storia di S. Paolino, a S. Trinità la storia di S. Francesco, opera con pulitezza e con amore condotta.
Chiamato ancora giovane a Roma da Sisto IV a dipingere la sua cappella, vi effigiò la Resurrezione di Cristo, la vocazione di Pietro e di Andrea.
Tornò in patria preceduto da molta fama ed ebbe a dipingere il coro di S. Maria Novella, opera compiuta in quattro anni, cioè nel 1485, dove dipinse la storia di Cristo; e fu tenuta cosa bellissima per la vivacità dei colori, per la scienza prospettiva, per la schiettezza dei contomi, per la vivezza delle teste, e per la varietà d'invenzione, oltre che ogni figura è quasi sempre un ritratto. Quindi lavorò a Lucca in S. Martino, a Pisa nel Duomo, e nella Badia dei Vallombrosani a Passignano, col fratello Davide. Tornato a Firenze, lavorò pel signore di Carpi, pei Malatesta di Rimini, e per Lorenzo il Magnifico, il quale lo impiegò a Siena a fare mosaici, dove ammalò di pestilenza e mori di 44 anni nel 1495. Le sue opere sono sparse per tutta Italia, e buon numero di esse si trova pure nelle più importanti gallerie d'Europa. Pittore severo, nobile e grazioso,eccelleva nel dipingere l'architettura senza bisogno di squadra né di compasso. Per primo tolse dalle vesti i fregi d'oro. Ia prospettiva ed il disegno con lui fecero passi giganteschi. È ricco nelle idee e nobile nelle forme, fuorché un po' troppo esile nelle mani e nei piedi. Ebbe fiorentissima scuola e grandi discepoli, fra cui Davide e Benedetto suoi fratelli, Bastiano Mainardi, Jacopo dell'Indaco, e, principe di tutti, Michelangelo.
GHIRLANDAIO Benedetto, fratello di Domenico e di Davide, (Firenze, 1458-1497), pittore di storia e ritratti. Lavorò molto tempo con Domenico, di cui era allievo, e passò parecchi anni in Francia, dove accumulò una grande fortuna ed ebbe molti onori e privilegi. Assieme a Davide condusse a termine i quadri che Domenico aveva lasciato incompiuti. Non esercitò solamente la pittura; era anche uomo d'armi.
GHIRLANDAIO Davide, fratello di Benedetto e di Domenico. (Firenze, 1452-1525), pittore di storia. Fu pur esso allievo di Domenico, col quale collaborò. Si diede poi del tutto al mosaico abbandonando la pittura. Si ritirò a Montaione, ed ivi lavorò di vetri e mosaici per la Corte di Fiandra e per Lorenzo de' Medici.
Cristiano Banti, pittore toscano del XIX secolo, inizialmente seguì lo stile classico ma poi abbracciò la realtà come fonte d'ispirazione.
Don Furno Checchi è stato un'esempio per la chiesa fiorentina.
Maestro dell'arte rinascimentale celebre per la sua spiritualità e pittura angelica. Morì a Roma li venne sepolto.
A cavallo dei due secoli, la sua pittura è intensamente vitalista.