La leggenda dei “frati cannibali”

Nel 1260, il monastero noto come Chiesaccia (1) era già elencato nel Libellus extimi Lucanae Dyocesis, un documento che elenca tutte le chiese, i monasteri e i luoghi di culto con rendite. Questo monastero, situato a Fornovolasco, dipendeva dalla Pieve di S. Felicita di Valdicastello e l’hospitale de Volaschio. Quest’ultima struttura, consacrata a S. Maria Maddalena, era situata in Petrosciana lungo una diramazione della Via Francigena, all’epoca passaggio obbligato fra la Media valle del Serchio e l’odierna Versilia.
I frati agostiniani erano i custodi del monastero e si ritiene che siano arrivati tra l’800 ed il 1000. La leggenda dei “frati cannibali di Fornovolasco” ha radici antiche e si riferisce ai ruderi della Chiesaccia, un antico monastero situato sopra i boschi di Fornovolasco, lungo il sentiero che porta al Monte Forato (2).
Secondo la leggenda, i frati di questo monastero non erano così pii come volevano far credere. Durante la notte, si dice che si dedicassero al cannibalismo, mangiando ancora vivi i poveri viandanti che si fermavano al monastero per rifocillarsi. Durante questo “speciale” banchetto notturno, facevano risuonare le campane del monastero, udibili per tutta la valle.
Un’altra versione della leggenda collega il dispregiativo “Chiesaccia” al fatto che i monaci, se non uccidevano, erano soliti nella notte spaventare e depredare i viandanti e i pellegrini che transitavano lungo la strada di Petrosciana (3). È importante sottolineare che queste sono leggende e non ci sono prove storiche concrete a sostegno di queste affermazioni. Le leggende non nascono a caso e spesso riflettono le paure e le credenze delle persone in un determinato periodo storico.

(1) La “Chiesaccia” di Fornovolasco era un tempo l’Hospitale del Volaschio ed era principalmente utilizzato per accogliere e rifocillare i viandanti che si spostavano dalla Garfagnana alla Versilia per commercio o pellegrinaggio, raggiungendo il valico denominato “Foce di Petrosciana”.
(2) Il Monte Forato, noto anche come Pania Forata, è una affascinante montagna situata nella regione toscana delle Alpi Apuane, in provincia di Lucca.
(3) Petrosciana è una foce, una strada, una fiumana, un abitato. È una terra di confine tra il comune di Stazzema e di Fabbriche di Vergemoli oggi, tra l’Arcidiocesi di Lucca e quella di Pisa e di Lucca e di Apuania. Si trova nelle Alpi Apuane a 961 metri di altitudine tra il Monte Forato e il Monte Croce. Mette in comunicazione la Versilia con la Garfagnana. Nel passato, vi hanno transitato popolazioni locali, pellegrini, mercanti, contrabbandieri, pattuglie partigiane, donne ed uomini intenti a buscarsi il pane e guadagnarsi il cielo. Il transito di pellegrini che dalla Versilia si dirigevano a questo Santuario e all’Eremita, Santa Maria ad Martyres di Calomini, passando da Petrosciana, è testimoniato fino al primo dopoguerra.Petrosciana è molto panoramica sul gruppo del monte Procinto, da una parte e sul monte Croce dall’altra. È un valico importantissimo tra l’alta Versilia e la Garfagnana sin da tempi remoti.
Per gli amanti dell’escursionismo, esiste un percorso che parte da Stazzema, passa per la Foce di Petrosciana e raggiunge il Monte Forato.


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