Scoppio della Bomba in Via Guelfa, Firenze.
Il 18 novembre 1878, Firenze fu teatro di un drammatico attentato durante una manifestazione monarchica, un evento immortalato dall'Illustrazione Italiana dell'8 dicembre 1878. Questo episodio seguì il fallito attentato alla vita di re Umberto I, il primo nella storia della dinastia Savoia, che aveva già scosso profondamente il regno.
L'attentato al re Umberto I aveva generato sentimenti contrastanti in tutta Italia. Da una parte, vi furono cortei di protesta solidali con il Re, dall'altra, vi erano coloro che elogiavano l'attentatore. Questo clima di tensione portò, il giorno successivo, al lancio di una bomba contro un corteo monarchico a Firenze. L'esplosione causò la morte di due uomini e una bambina, e ferì una decina di persone.
L'attentato fu attribuito agli internazionalisti, un gruppo politico che venne accusato di essere responsabile della tragedia. Diverse persone appartenenti a questo movimento furono arrestate, ma vennero successivamente scarcerate per mancanza di prove. Uno degli arrestati, Cesare Batacchi, fu graziato solo il 14 maggio 1900. Secondo alcune interpretazioni, l'arresto di Batacchi e degli altri internazionalisti fu una strumentalizzazione poliziesca per reprimere le associazioni avverse alla monarchia. Questo evento evidenziò le tensioni politiche e sociali dell'epoca, mostrando come la monarchia cercasse di mantenere il controllo in un periodo di crescente disillusione e agitazione.
Durante i Medici, gli oggetti etruschi nelle Gallerie degli Uffizi erano sparsi, ma con i Lorena si riconosce la necessità di una sintesi accurata.
La piazza della Fonte sorgeva nel ghetto ebraico di Firenze, oggi ubicato tra piazza della Repubblica, via Roma, via dei Pecori e via Brunelleschi.
La Toscana prosperò per autonomia culturale ed economica, evolvendosi in uno stato regionale con una ricca produzione artistica
Le iscrizioni sulla colonna di San Zanobi sono risultate essere false, dimostrate dalla loro discordia cronologica e dai dati storici.