Pegaso al Boboli

Il Pegaso di Aristodemo Costoli, il maestoso cavallo alato, fu originariamente progettato per essere collocato nel Parco delle Cascine, ma l'opera superò talmente le aspettative che venne deciso di spostarla in una location più prestigiosa: il Prato della Meridiana nel Giardino di Boboli. Nel 1854, si approvò la costruzione del basamento per la statua e, nella settimana dal 16 al 21 ottobre, fu rimossa la statua di Giunone che si trovava di fronte al piazzale della Meridiana, per far spazio a Pegaso. Tuttavia, la collocazione definitiva avvenne solo nel dicembre 1855, quando il cavallo alato fu finalmente trasportato a Boboli.
Il Pegaso di Costoli si ispirava a una moneta attribuita a Benvenuto Cellini, realizzata nel 1537, che oggi è conservata presso il Museo Nazionale del Bargello di Firenze. Secondo la leggenda, Pegaso nacque dal sangue della Gorgone Medusa, quando Ercole le tagliò il collo. Per questo motivo, la figura mitologica di Pegaso fu scelta dal Comitato Toscano di Liberazione Nazionale come simbolo della libertà durante la Resistenza. Successivamente, Pegaso divenne anche il simbolo della Regione Toscana, rappresentando valori di libertà e indipendenza cari al popolo toscano.

Il Pegaso è una scultura in marmo bianco e rappresenta il celebre cavallo alato della mitologia greca, immortalato nell'atto di sollevarsi sulle zampe posteriori, quasi in procinto di spiccare il volo. Le sue ali sono aperte, dando una sensazione di leggerezza e dinamismo, mentre la posa energica e slanciata del cavallo comunica potenza e movimento. Il basamento su cui poggia la statua è in marmo, con pannelli rettangolari decorativi che si alternano su ogni lato. La figura si staglia nitidamente contro lo sfondo naturale, creando un contrasto tra l'energia della scultura e la serenità del paesaggio circostante. Il Pegaso, pur essendo una rappresentazione statica, riesce a trasmettere l'idea di un movimento continuo, simbolo di libertà e ascesa. Dal punto di vista stilistico, la scultura segue i canoni del neoclassicismo, con un'attenzione particolare per la rappresentazione anatomica accurata e idealizzata dell'animale, ma anche con una forte componente emotiva, che rende Pegaso una figura quasi divina. Questo richiamo alla mitologia e la monumentalità dell'opera sottolineano il legame tra arte e simbolismo, soprattutto nella scelta di Pegaso come simbolo di libertà e indipendenza per la Toscana.
 

Bibliografia:
- Carlo Del Bravo, La scultura toscana dell’Ottocento, Olschki, Firenze, 1993.
- Alessandro Vezzosi, Aristodemo Costoli e la scultura fiorentina dell’Ottocento, Polistampa, Firenze, 2006.
- Giovanni Spadolini, Pegaso e la Toscana: storia di un simbolo, Le Monnier, Firenze, 1974.

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