Memento Mori

L'immagine raffigura un noto "memento mori", un'espressione artistica e simbolica che ricorda la mortalità umana. La frase “Come tu sei fui ancor io, come io sono sarai ancor tu” è un classico esempio di monito utilizzato per richiamare alla mente la fragilità della vita e l'inevitabilità della morte. Questo genere di rappresentazioni era particolarmente diffuso durante il Medioevo e il Rinascimento, epoche in cui la vita umana era spesso messa a confronto con la morte a causa delle frequenti pestilenze e guerre.

Il teschio è il simbolo universale della morte e, in contesti come questo, serviva a indurre riflessione e meditazione sulla caducità dell'esistenza. In molte chiese e complessi religiosi, specialmente all'interno di ospedali, questi simboli avevano anche lo scopo di incoraggiare una vita spirituale più devota, ricordando ai fedeli di prepararsi all'aldilà.
Gli antichi ospedali erano dei luoghi di accoglienza per pellegrini e malati e questi “mementi mori” avrebbero avuto un significato particolare, poiché i visitatori erano confrontati quotidianamente con la sofferenza, la malattia e la morte. L'ospedale era un luogo in cui le persone venivano curate, ma anche dove si rifletteva intensamente sulla natura della vita e della morte.
Il “memento mori” nell'immagine è situato in Santa Maria della Scala a Siena.

Le prime tracce di memento mori si trovano già nell'Impero Romano, dove espressioni come "Respice post te. Hominem te memento" ("Guarda dietro di te. Ricordati che sei un uomo") venivano usate durante i trionfi romani per ricordare ai generali vittoriosi la loro mortalità. Questo simbolismo passò nel cristianesimo e si diffuse ampiamente, trovando un'espressione più visiva in affreschi, teschi scolpiti e iscrizioni nelle chiese e negli ossari.

Bibliografia:
- Barasch, Moshe, Il simbolismo della morte nell'arte occidentale, Milano, Electa, 1993.
- Ariès, Philippe, Storia della morte in Occidente, Milano, BUR, 1978.
- Binski, Paul, Medieval Death: Ritual and Representation, Ithaca, Cornell University Press, 1996.

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