Sandro Botticelli, 1475, Galleria degli Uffizi
All'amicizia e alla protezione dei Medici, ai quali dobbiamo ancora un altro capolavoro, l'Adorazione dei Magi nella Galleria degli Uffizi, l'opera più scientifica e più realistica di tutta l'arte del Botticelli. Il Vasari anima il suo stile freddo e monotono quando descrive questo quadro mirabile, la sua parola si colorisce, la sua frase diventa sonora. In questa tavola, egli dice, «evvi dentro l'Adorazione dei Magi, ove si vede tanto affetto nel primo vecchio, che baciando il piede al Nostro Signore, e struggendosi di tenerezza benissimo dimostra avere conseguita la fine del lunghissimo suo viaggio. E la figura di questo re è il proprio ritratto di Cosimo Vecchio dei Medici, di quanti oggi se ne ritrovano, il più vivo e il più naturale. Il secondo che è Giuliano dei Medici, padre di papa Clemente VII, si vede che intensissimo con l'animo devotamente rende riverenza a quel putto egli assegna il presente suo. Il terzo che inginocchiato egli ancora pare che adorandolo gli renda grazie e lo confessi il vero Messia è Giovanni, figliuolo di Cosimo. Né si può descrivere la bellezza che Sandro mostrò nelle teste che vi si vedono, le quali con diverse attitudini son girate quali in faccia, quali in profilo, quale in mezz'occhio e qual chinata, ed in più altre maniere e diversità d'arie di giovani, di vecchi, con tutte quelle stravaganze che possono far conoscere la perfezione del suo magisterio; avendo egli distinto le corti di tre re di maniera che è si comprende quali sieno i servitori dell'uno e quali dell'altro: opera certo mirabilissima e per colorito e per disegno e per componimento ridotta sì bella che ogni artefice ne resta oggi maravighato».
Il Vasari incorre in un errore quando ricorda il ritratto di Giuliano nel secondo dei re magi, poiché non questi è rappresentato, ma Piero di Cosimo. Un ritratto di Giuliano è stato invece riconosciuto nella figura in piedi presso l'ultimo dei re magi, come uno di Lorenzo è stato riconosciuto in quella nell'angolo sinistro, in giustacuore e maglia.
Ma questa geniale supposizione non è stata accettata universalmente. Non tutti i biografi del Botticelli hanno voluto riconoscere il ritratto dei due fratelli, nel quadro, poiché non a tutti appare evidente la somiglianza tra i ritratti di Lorenzo e le figure del quadro e poiché, non parendo ammissibile che l'artista abbia ritratto Giuliano ancora vivente e dovendo quindi attribuire questo quadro ad un' epoca posteriore alla congiura dei Pazzi, esso dovrebbe riportarsi a qualche anno dopo il 1478, ciò che lo stile della pittura non lascia facilmente ammettere. Noi non vediamo invece l'impossibilità che Giuliano ancor vivo sia stato ritratto in questo quadro. Tutto intorno alla Sacra Famiglia e ai Re Magi sono tanti cavalieri e signori che nell'energica espressione dei volti rivelano chiaramente d'essere ritratti dal vero, che la corte di Lorenzo il Magnifico sembra rappresentata in tutto il suo splendore in questo quadro di festa, e i letterati e gli artisti, i poeti, gli uomini politici sembrano qui far rivivere un istante le glorie del Signore Magnifico. In questa schiera di gloria sono stati riconosciuti fra gli altri il Poliziano, il Pulci, il Botticelli stesso ed altri, vivi tutti quando il quadro è stato verosimilmente dipinto. Potevano dunque mancare Giuliano e Lorenzo, signori della Corte magnifica, sol perchè essi erano ancora vivi e i tre loro antenati, raffigurati come Magi, erano già da un pezzo morti? Ma il Botticelli, appunto perchè erano vivi, non ha dato a quelli 1'importanza che ha dato ai loro maggiori, ma li ha quasi nascosti, confusi tra la folla, spettatori curiosi dell'omaggio dei re al Figlio della Vergine. Tuttavia se le fattezze di Lorenzo, secondo alcuni, non corrispondono esattamente alla figura del quadro e non si vuol riconoscere un ritratto del Magnifico in quell'energica figura, maschia e severa, nell'angolo della tavola, chi può non riconoscere il profilo di Giuliano, dominante sugli altri, con quella sua espressione triste e amara, che pare tutta assorta ancora nel dolore della morte dell'amata Simonetta?
Nell'Ottocento venne attribuito quest'opera ad un'epoca posteriore al 1478. Hanno supposto che il quadro, che per parecchi anni ornò un altare in Santa Maria Novella, sia stato offerto da Lorenzo de' Medici come voto di ringraziamento per essere scampato alla congiura dei Pazzi. Oggi gli esperti hanno dimostrato che il quadro fu commesso al Botticelli da un certo Gaspare di Zanobi del Lama, che ne ornò un suo altare in Santa Maria Novella. Anzi le ricerche hanno dimostrato quasi all'evidenza che il donatore è stato ritratto nel quadro e precisamente nella figura del vecchio visto di tre quarti, nel gruppo a destra. Alcuni dubbi sono stati sollevati riguardo ai ritratti del Poliziano e del Pulci che non tutti vogliono riconoscere nel quadro, ma nessuno dubita ora che il Botticelli stesso si sia ritratto nella figura a destra che guarda fuori del quadro.
Quest'Adorazione dei Magi, che è l'opera nella quale il Botticelli si è rivelato grandissimo compositore, contiene tuttavia difetti non trascurabili. Mentre nelle figure che fanno corona alla sacra famiglia egli ha mostrato una energia e un'abilità nuova, una scienza di aggruppamento e una euritmia* delle parti veramente magistrali, nel gruppo centrale, nella Madonna e nel Bambino specialmente, sono ancora alcuni difetti dell'età più giovanile del maestro. Il Bambino anzitutto è troppo piccolo, microscopico quasi, sulle ginocchia della Madre, la quale, oltre ad avere una lunghezza di vita straordinaria, ripete ancora il difetto della Madonna Chigi, della mano, cioè, troppo grande sul corpo minuscolo del fanciullo.
Malgrado ciò, quest'opera spira tanta grazia soave, nel gruppo devoto della Vergine e San Giuseppe, nella figura adorante di Cosimo il Vecchio, pater patriae, tanta forza e tanta varietà di espressione nella corona gloriosa che circonda la scena, che non può non essere ammirata ed amata con devozione. Essa deriva direttamente dal tondo della Galleria di Londra, ma qui la scena si è fatta più aperta, più ampia, più libera, più ordinata. La Vergine è scesa un poco più verso terra, non più coperta dalle rovine di una chiesa enorme, ma riparata sotto un tetto rustico, presso a roccie selvaggie. I cavalli che ingombrano la scena si sono allontanati, ritirati, ma sopra un muro in rovina posa ancora il pavone magnifico e superbo.
In questa Adorazione dei Magi, il Botticelli appare come grandissimo ritrattista, in un aspetto nuovo dell'arte sua e non poco interessante. Il suo ritorno da Pisa segna, insieme col suo volgersi all'antichità e al paganesimo, le sue prime prove nel ritratto, che diedero poi frutti così splendidi in quest'Adorazione dei Magi. Non pochi ritratti devono aver preparato questa magnifica ricchezza, ma è assai difficile di poterli cronologicamente distinguere, anche perchè non di tutti quelli attribuitigli è sicuramente stabilita l'autenticità.
*Euritmia, disposizione armonica e proporzionale delle varie parti di un'opera d'arte
La pala venne commissionata, secondo Vasari, da Lucrezia Tornabuoni per una cella del monastero di Camaldoli.
L'affresco "Cristo nutrito dagli angeli" di Giovanni da S. Giovanni, realizzato nel 1616, è considerato l'"Apoteosi di Firenze".
Il mausoleo di Papa Giovanni XXIII è un importante testimone della storia e della cultura dell'epoca.
Botticelli dipinse "La Natività" nel 1500, riflettendo sull'idealismo di Savonarola. Un capolavoro con angeli, pastori e un messaggio di pace.