Natività Mistica di S. Botticelli

La Nativitàà  mistica 
Sandro Botticelli, datato 1501, National Gallery di Londra. 

 

Mentre il dramma della vita di Savonarola giungeva alla sua tragica conclusione, il 23 maggio 1498, il frate moriva sulla pira infame. Tuttavia, la sua morte non segnava la fine degli ideali profondamente radicati nella fede. Due anni dopo la sua scomparsa, nel 1500, Sandro Botticelli dipinse il capolavoro conosciuto come la "Natività", attualmente custodito nella Galleria Nazionale di Londra. Quest'opera sembra quasi un'eco vivente della predicazione di Savonarola.
Nel dipinto, situato sotto una modesta capanna, si ammira la Vergine Maria che adora il suo Figlio divino. All'esterno, angeli reggono ramoscelli d'ulivo, guidando i Re Magi e abbracciando i semplici pastori. "Pace in terra agli uomini di buona volontà" è il messaggio trasmesso. Al di sopra della capanna, tre angeli genuflessi adorano il Figlio di Dio, mentre una schiera di angeli danza in una corona celestiale, cantando le lodi divine. Mai prima d'ora l'arte sacra aveva raggiunto tali vette di grandezza, coniugando così profondi sentimenti con una bellezza così straordinaria.
Gli angeli danzanti, i pastori abbracciati, i Re Magi, la Vergine in adorazione e San Giuseppe in riposo sono tutte rappresentazioni di una bellezza ispirata dalle geniali e gentili creazioni del maestro Botticelli. Quest'opera rivive l'antico spirito artistico, riportando alla luce il suo valore intrinseco e la sua grazia distintiva. Questa gentilezza e dolcezza di pensiero non si ritrovano nelle opere della sua maturità. Il "canto del cigno" di Sandro Botticelli rievoca tutti i suoi gloriosi trionfi artistici.
Alla fine della sua illustre carriera artistica, il maestro ha desiderato lasciare un magnifico testamento. Quest'opera, tra le tante, porta la sua firma e una data. In cima al quadro, un'iscrizione in greco recita: "Questo dipinto fu realizzato alla fine dell'anno 1500, in un periodo turbolento per l'Italia, da me, Alessandro, a metà del tempo dopo l'avverarsi del capitolo 11 del Vangelo di Giovanni e del secondo flagello dell'Apocalisse. In questo periodo, Satana si scatenò sulla terra per tre anni e mezzo. In seguito, il demonio sarà incatenato, proprio come si vede in questo quadro." Così, solo in questa ultima opera, il maestro appone il suo nome, come un gesto d'addio alla posterità e un orgoglio ritardato per il pittore glorioso.
Ancora, anche nella fase finale della sua carriera, il fuoco sacro della fede bruciava giovane e consolatorio in lui. Nei suoi occhi stanchi, si riflettevano ancora i ricordi dell'atroce morte del frate Savonarola. Forse la persecuzione e la condanna del frate sono gli eventi turbolenti citati nell'iscrizione? Questo sembra probabile, così come sembra che tra le figure abbracciate dagli angeli si possano riconoscere i volti di Girolamo, Domenico Buonvicini e Silvestro Maruffi, amici e seguaci di Savonarola.
Nel frattempo, secondo un'antica tradizione fiorentina, i demoni furiosi sprofondano nella terra all'avvento della nuova alba di pace e amore, mentre dodici splendidi angeli, come le antiche Ore, danzano nel magnifico coro. Il pittore attinge ispirazione dalle leggende popolari e dalla storia, e l'eco di Savonarola e Dante risuona in questo straordinario dipinto.
 

L'Ultima Firma: Botticelli e il Suo Inconfondibile Stile nella Natività
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