La Compagnia di San Filippo Neri

La Pia Casa del Rifugio e Correzione dei fanciulli di San Filippo Neri: Un luogo di accoglienza e formazione.

Introduzione:
La Pia casa del refugio e correzione dei fanciulli di San Filippo Neri è un'istituzione che ha avuto origine intorno al 1650 grazie all'iniziativa del sacerdote Filippo Franci. Questo articolo esplorerà la storia e il significato di questa casa, che si è dedicata all'accoglienza e all'educazione di giovani abbandonati e bisognosi.
La fondazione della Pia casa:
Il sacerdote Filippo Franci, successivamente venerabile, insieme a un gruppo di volontari, iniziò a perlustrare le strade della città durante le ore notturne alla ricerca di bambini abbandonati, privi di un luogo sicuro in cui rifugiarsi. Con amore e determinazione, questi volontari trasferivano i fanciulli in una casa situata nel vicolo di Ser Bivigliano, vicino a piazza della Signoria. Qui, i bambini venivano accolti, mantenuti, educati e avviati all'apprendimento di un mestiere.
L'espansione della Pia casa:
Man mano che il numero dei bambini cresceva, il locale preso in affitto divenne insufficiente per ospitarli tutti. Di conseguenza, nel 1676 furono acquistate le case dei Giugni alla Quarconia, dove i fanciulli furono trasferiti. Questa nuova sede permise alla Pia Casa di ampliare le proprie attività e di essere riconosciuta come un'istituzione di interesse pubblico.
Le finalità rieducative e il ruolo medico:
I documenti conservati nel carteggio dell'Opera pia mettono in luce le finalità rieducative della Pia casa. Questa istituzione fungeva anche da una sorta di carcere interno per i ragazzi più riottosi o per coloro che venivano inviati dalle loro famiglie per essere rieducati. Inoltre, gli archivi sottolineano l'importanza dell'aspetto medico all'interno delle attività della Pia casa, in particolare nella lotta alla diffusione della tigna.
Ridimensionamento del ruolo della Pia casa:
Tuttavia, alcuni documenti sembrano ridimensionare il ruolo svolto dalla Pia Casa nel Ricovero delle 'gravide occulte', come descritto da Luigi Passerini e documentato da Filippo Fineschi nella sua tesi di dottorato. Questa tesi rappresenta attualmente la trattazione scientifica più completa sulla nascita dell'Orfanotrofio.
Conclusioni:
La Pia casa del refugio e correzione dei fanciulli di San Filippo Neri è stata un punto di riferimento importante per l'accoglienza e l'educazione dei bambini abbandonati e bisognosi. Grazie all'impegno di Filippo Franci e dei suoi volontari, questa istituzione ha offerto un rifugio sicuro e un'opportunità di formazione per numerosi giovani. La Pia casa rimane una testimonianza significativa del passato e della generosità di coloro che si sono dedicati al benessere dei bambini più vulnerabili della società.

Giuseppe Conti Racconta:
Ogni domenica, i giovani della Compagnia di San Filippo Neri, noti come sanfirenzini, insieme a quelli della Compagnia dei Vanchetoni e di altre confraternite, si recavano allo Spedale di Santa Maria Nuova per svolgere un nobile compito: portare sale ai malati. In quel periodo, lo Spedale non provvedeva a fornire il sale ai pazienti, quindi i giovani si facevano carico di questa importante missione.
I ragazzi erano divisi in squadre, ognuna guidata da un "maestro". Ogni maestro aveva a disposizione un armadio nell'ospedale, contenente grembiuli bianchi e sacchetti di sale, che venivano legati alla cintura sopra il grembiule. A ciascun ragazzo venivano assegnati dieci o dodici malati a cui doveva distribuire il sale da usare per il cibo. Inoltre, avevano l'incarico di somministrare il cibo agli ammalati più deboli, dimostrando così grande compassione.
Alcuni dei pazienti più bisognosi, a fatica, chiedevano ai ragazzi un po' più di sale sussurrando: "Un altro pochino, un altro pochino." Questo dimostra quanto fosse importante per loro ricevere questo semplice gesto di gentilezza.
Durante l'estate, il giorno successivo alla preghiera del vespro, i sanfirenzini si recavano in gruppi di dodici o quindici al Monte alle Croci. Lì, su un prato accessibile da un piccolo sentiero, oggi dove si trova il giardino delle rose, si divertivano giocando a palla, sull'altalena o simulando giochi da soldati. Puntuale alle ventitré, al suono di una campanella, tutti recitavano il Credo; e alle ventiquattro interrompevano le attività per recitare il Rosario in silenzio. Dopo di che, tornavano a Firenze mantenendo lo stesso ordine e la stessa vivacità con cui erano partiti.

 

San Filippo Neri, 1740, olio su tela realizzato da Sebastiano Conca

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