Lo scorrere del tempo
Non ha senso domandarsi se quel tempo è meglio di quello di oggi. C'è solo da credere che il fascino che sembrano emanare le foto dell' '800 e degli inizi del '900 deriva dal fatto che esse documentano un tempo profondamente diverso dal nostro. Un tempo che è vicinissimo a noi, ma allo stesso tempo cosi lontano anzi lontanissimo.
Le fotografie dell’800 e degli inizi del '900 emanano un fascino particolare perché documentano un tempo profondamente diverso dal nostro. Un tempo che è vicinissimo a noi, ma allo stesso tempo così lontano.
Nel '800, quando nasce la fotografia, assistiamo alla fine di un mondo. L’uomo inizia a distaccarsi, molto lentamente, da un passato che non sarebbe mai più tornato. C’è ancora il cavallo nelle strade, il fuoco nelle case, la vela nel mare. Ma ovunque si avvertono i segni di tempi nuovi.
Nel paesaggio della Toscana granducale, ad esempio, compare un nuovo elemento avveniristico: la locomotiva, chiamata “mostro d’acciaio”. Nel '48 è già stata ultimata la ferrovia Leopolda, che unisce Firenze a Livorno, mentre nello stesso anno i binari della Maria Antonia toccano Prato per poi raggiungere Pistoia nel '51.
A Firenze i vecchi ponti sull’Arno hanno nuovi compagni. La città comincia a San Niccolò e finisce alle Cascine. Gli ultimi arrivati sono ponti dritti da una sponda all’altra, fatti di ferro, costruiti da ingegneri venuti dalla Francia e chiamati “sospesi”.
In quel periodo, metà '800, gli ultimi alchimisti inventano il dagherrotipo e poi la foto. Queste tecniche rimarranno per molto tempo un mistero per molti nelle camere oscure.
Il nuovo prodigio si perfeziona e si apre un mondo fino a poco tempo prima impensabile. I fotografi montano il proprio cavalletto per immortalare le piazze, le strade, i ponti e soprattutto le persone che agiscono sul palcoscenico della vita.
Nel 1859, il granducato è al tramonto. Leopoldo II lascia Firenze in seguito alla pacifica e civile rivoluzione del 27 aprile. La fotografia era agli inizi e non poteva documentare pienamente la vita cittadina come lo avrebbe fatto in seguito.
Le testimonianze fotografiche diventano più corpose nel periodo 1865 - 1870 e degli ultimi anni del secolo aumentano fino ad arrivare ai primi del nuovo secolo. Questa maggiore ricchezza d’immagini fa sì che l’inizio del nuovo secolo appaia come il tema più documentato e più efficientemente svolto.
Queste fotografie sono un regalo magnifico ai posteri. Ci permettono di vedere come era la vita in quel periodo e ci aiutano a capire meglio la nostra storia.
Il mondo, infatti, da quando ha cominciato a correre, non si è più fermato. Corre anche nell’ora presente anzi corre sempre più forte, e noi, a volte, ci sentiamo addirittura superati da costumi e opinioni che hanno allungato il passo in modo imprevedibile. A volte ci sembra di restare indietro, di far fatica ad allinearci, ad essere in sintonia con la nostra stessa epoca.
In pochi decenni, abbiamo fatto tanta strada, quanta non ne era mai stata percorsa in dieci, venti secoli. La particolare suggestione delle antiche immagini deriva proprio dal fatto che non illustrano un tempo che si perde nel buio di secoli remoti, ma un tempo di cui forse sono ancora vivi e vegeti i testimoni, sotto forma di racconti fatti dai genitori o nonni, i quali stanno correndo insieme a noi; e che, a dispetto del calendario, la misura del vivere ci appare, profondamente, totalmente, diversa.
A quel tempo i giovani ottenevano la chiave di casa alla maggiore età, ed a trent’anni erano già in divisa di sessantenni. I padri di famiglia passavano le ore libere al caffè, le madri invece erano gli angeli del focolare, le fanciulle da maritare guardavano l’amore attraverso le persiane socchiuse, ed i ragazzi irriqueti andavano in collegio oppure a letto senza cena. Quando invece il cielo era foriero di tempesta, si correva a rifugiarsi a casa, e nel frattempo si fermavano gli affari, si rimandavano i viaggi; avevamo ancora un reverenziale timore della natura.
E queste non sono certo le differenze più vistose nel confronto col tempo d’oggi. Se ci limitiamo ad accennare ad alcuni aspetti spiccioli dei costumi familiari è perché a volte le vecchie foto sembrano testimoniare come il sapore sobrio e patriarcale dell’esistenza casalinga contagiasse anche le strade, le piazze, il mercato, il sagrato della chiesa; tanto da conferire all’ambiente pubblico del centro urbano la domestica riservatezza dell’ambiente privato.
Queste fotografie sono un regalo prezioso per noi. Ci permettono di vedere come era la vita in quel periodo e ci aiutano a capire meglio la nostra storia.
14 settembre 1321, Dante Alighieri muore e insieme a lui muore un mondo fatto di "amor cortese".
Le carrozze di piazza furono sostituite dagli omnibus a cavalli nel 1865 e una tranvia a cavalli nel 1879.
Esistevano già in Firenze le vetture di piazza chiamate in Francia fiacres perché il fondatore di quel pubblico servizio abitava in Parigi nella rue Saint-Martin all'insegna di Saint-Fiacre.
In questa casa, in questa famiglia, pare ci sia poco tempo, per volersi bene e per godere un'ora di serena felicità.