Il Miracolo di San Zanobi
San Zanobi è un santo fiorentino e nasce all'interno della potente famiglia Girolami, questa aveva i possedimenti nella zona di via Lambertesca, dove ancora oggi è riportata la lapide con scritto canto de' Girolami, esiste anche una via dedicata alla famiglia de' Girolami e perciò si può affermare in maniera quasi certa che in una di queste case sia nato il santo fiorentino.
La colonna sorge in prossimità del battistero di San Giovanni, dal lato della porta nord, nel luogo in cui un poetico credo popolare racconta esser fiorito un olmo il 26 gennaio 429, a seguito del contatto accidentale con il sarcofago racchiudente la salma di San Zanobi, in quel giorno trasferita dalla basilica di San Lorenzo alla cattedrale di Santa Reparata; sempre secondo la tradizione, da quest'albero sarebbe stato scolpito un crocifisso identificato con quello conservato nella chiesa di San Giovannino dei Cavalieri in via San Gallo.
A ricordare l'evento miracoloso sarebbe stata eretta una prima colonna in granito, travolta durante l'alluvione del 1333 e sostituita l’anno successivo con la presente: in marmo bianco e fusto in cipollino orientale, essa poggia su un basamento a sezione circolare a tre gradini ed è sormontata da una ghiera in ferro adornata di fronde e coronata nel 1338 da una croce con bracci trilobati; Nel 1375 fu aggiunta poi sul fusto l'iscrizione in caratteri gotici a ricordo della leggenda di San Zanobi (una trascrizione nel repertorio di Francesco Bigazzi riporta alcune precisazioni circa l'erronea data della traslazione, nell'iscrizione indicata nel 409). Augusto Garneri racconta "che il bellissimo olmo in ferro battuto che orna la colonna sia stato eseguito nel 1384 (?) da Migliore di Niccolò”.
Nel 1501, durante i preparativi per la festa di San Giovanni, la croce cadde accidentalmente; poco prima del 1845 la colonna fu oggetto di un restauro che probabilmente comportò varie integrazioni e il rinnovamento di diverse parti (stando all'eco che i lavori ebbero nelle guide del tempo, come ad esempio Firenze 1850).
Gli "esseri" prendono alcuni suoi fiori e fotografano la donna. Un caso ancora inspiegabile.
"E così i buoni fiorentini, per andare a Prato, non inciampavan più nelle carote, nei broccoli o nei cavoli".
Nel 1823 l'edificio venne privato della porzione che inglobava la volta detta dei Pizzicotti.
Oggi, restaurate, sono icone culturali, funzionano come distributori di vino soprattutto ai turisti, preservano però l'antica tradizione.