“L'acqua cheta” di Augusto Novelli.

È una commedia in tre atti scritta da Augusto Novelli nel 1908. Ambientata nella Firenze di inizio '900, la storia si concentra sulle vicende di una famiglia borghese del quartiere di San Niccolò. La protagonista è Anita, una ragazza vivace e ribelle, che trama di sposarsi segretamente con il suo fidanzato, Cecco, un falegname, contro la volontà della madre Rosa, tradizionalista e rigida.

Accanto a lei c'è la sorella Ida, all'apparenza tranquilla e docile, che rappresenta proprio l'acqua cheta del titolo. Mentre la madre si preoccupa soprattutto per Anita, è invece Ida a nascondere il segreto di una relazione clandestina con Alfredo, un giovane inquilino. Le apparenze, come suggerisce il proverbio "l'acqua cheta rovina i ponti", ingannano, e Ida si rivela capace di audaci decisioni. 
La commedia si snoda tra battibecchi familiari e situazioni comiche, fino al culmine, quando le due sorelle cercano di gestire le loro relazioni e i piani di fuga. In questo contesto emerge il conflitto tra modernità e tradizione, con i giovani che desiderano seguire il proprio cuore e i propri sogni, mentre i genitori tentano di mantenere l'ordine e le convenzioni sociali.

"L'acqua cheta" è una delle opere più rappresentative del teatro vernacolare toscano e si distingue per la sua freschezza e vivacità. La sua forza risiede nella capacità di Novelli di rappresentare la vita quotidiana fiorentina attraverso il linguaggio e le dinamiche familiari. La scelta del vernacolo non solo rafforza il legame con la cultura popolare, ma rende i personaggi più autentici e riconoscibili per il pubblico, in particolare quello toscano. Criticamente, la commedia è stata apprezzata per l'ironia con cui affronta temi universali come la ribellione giovanile, il contrasto generazionale e l'ipocrisia sociale. Novelli riesce a equilibrare i toni comici e leggeri con riflessioni più profonde sulla società dell'epoca, senza mai appesantire il testo. Questo ha reso la commedia non solo una divertente rappresentazione di costume, ma anche un ritratto sociale efficace. Dal punto di vista stilistico, la semplicità e la scorrevolezza della trama, insieme a personaggi ben caratterizzati, permettono allo spettatore di immedesimarsi nelle situazioni rappresentate. Il successo dell'opera nel corso del tempo, testimoniato dalle numerose trasposizioni in operetta, cinema e televisione, conferma l'appeal duraturo della commedia.

Bibliografia.
- Augusto Novelli, L'acqua cheta, Firenze: Bemporad & Figlio, 1920.
- Giuseppe Petri, L'acqua cheta: operetta in tre atti, Milano: Sonzogno, 1920.
- Alessandro Tinterri, Augusto Novelli e il teatro fiorentino, Firenze: Olschki, 1987.
- Simona Raffaelli, L'acqua cheta e il teatro vernacolare toscano, Pisa: ETS, 2003.


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