Camera di Lorenzo il Magnifico

Camera di Lorenzo il Magnifico

"Dal quartiere di Papa Leone in Palazzo Vecchio", stampato "coi tipi delle Murate", 1861.
Nel mezzo tondo sopra il capo di chi entra, e a sinistra dì chi guarda, sì vede la guerra Ira Genovesi e Fiorentini, nel punto che questi aveano recuperato Pietrasanta e Sarzana, già tolta loro di furto. Lorenzo vi andò in persona; o si vedono què' da Soriana che, apertogli le porte, o rimettendosi nella sua clemenza, gli muovono incontro con l'ulivo in mano.
L'altro mezzo tondo sopra la porla di levante rap-presenta Lorenzo in mezzo a' più alti e nobili ingegni d'allora, cui egli tratteneva tutti a sue spese per incremento de' buoni studj , che mai non fiorirono cosi lietamente come allora. Quel vecchietto raso, accanto a
Lorenzo, in profilo, è Gentile da Urbino, maestro suo e di Giuliano: l'altro magro qua innanzi, vestito di rosso, con berretta paonazza, Dometrio Calcondìla greco dottissimo; e quel giovane aliatogli in zazzera, vestito di rosso, è quel miracolo d'ingegno e di sapienza del Conte Pico della Mirandola: il vecchio che gli sta accanto, a quel mo' grassottino, è Francesco Accolti dotto giurista; dietro a loro, con quel zazzerone e col libro in mano, stassi il Poliziano, gentile e grave poeta latino, gentilissimo italiano; e dietrogli, quel poco di profilo, di colore scuriccio è quel festevole e abbondantissimo ingegno di Luigi Pulci, favoleggiatore di Morgante. Volgiamo or gli occhi dall'altra mano di Lorenzo, e veggasi accanto a lui Marsilio Ficino, lume della filosofia platonica: veggasi Cristoforo Laudino, dotto espositore di Dante e segretario della repubblica, che è quello con la figura intera col mappamondo in mano: veggasi Leonardo Aretino, segretario pur esso della Repubblica e storico insigne, che è quello con berretta azzurra, che ci volge le spalle, e parla con Giovanni Lascari greco , arca di sapienza : quel profilo tra essi due è Leon Battista Alberti; e l'ultimo è il Marullo, anch'egli greco e anch'egli dottissimo.
Il mezzo tondo seguente a tramontana ci mostra quando Lorenzo, premuta la citta dalla guerra infelice di fuori, premuto egli dalle invidie e dagli odj di dentro, o quasi disperale le cose, andò a Napoli da se per trattar la pace, che poi ebbe onorevolissima. Si vede ritratto al naturale Lorenzo e il re Alfonso che lo abbraccia: quel vecchio vestito dì nero, con quella faccia grinzosa, in zucca, è Piero Capponi, quel magnanimo che rintuzzò l'arroganza francese: l'altro vecchio armato dietro al Re e Diotisalvi Neroni, fuoruscito, nemico de'
Medici, e aizzatore dì Alfonso contro di loro.

Nell'altra storia sopra la porla di ponente, dove tutti que' signori e principi disputano con Lorenzo, è la Dieta di Cremona, nella quale si consultò il modo di ajutare il Duca di Ferrara contro i Veneziani favoriti da Sisto IV, e di mettere un freno all' ambizione di essi, che agognavano alla signoria di tutta Italia. Lorenzo è quello a sedere con veste lunga di scarlatto: quegli, presso al Legato mandatovi dal Papa, è il Duca Ercole; e quegli che ci volta le spalle, vestito sopra di rosso, e sotto con quella corazza azzurra, è Lodovico il Moro. Nel mezzo del palco è Lorenzo circondato dagli ambasciatori de' varii potentati, che gli presentano chi una cosa e chi un'altra: armi, schiavi, negri, leoni, cavalli pappagalli. Quel soldato con la insegna del vitello è Niccolò Vitelli; quell'altro con l'insegna azzurra fasciata d'oro è Braccio Baglioni.
Ne' quattro medaglioni ovali retti da puttini sono ritratti: nel primo sopra la porta di levante Giuliano fratello di Lorenzo: nel secondo tra le due finestre Piero figliuolo di Lorenzo, che governò e perdè lo stato dopo di lui: nel terzo sopra la porta di ponente è Giovanni suo figliuolo, poi Leone X: nell'ultimo Giuliano Duca di Nemours.

 




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