Porta Guelfa
Veduta interna
Tratto da Catalogo di Illustrazione Storica della Collezione N. 120 dipinti a olio su tela, Fabio Borbottoni, Firenze, 1895.
"La Porta Guelfa era situata fra la Porta alla Croce e la Porta della Giustizia, quasi in faccia alle Murate fra l'imboccautra delle Vie Ghibellina e dell'Agnolo, faceva parte del quarto cerchio delle Mura di Firenze, ma non si conosce l'epoca precisa della sua costruzione; si chiamò Guelfa in contrapposto di quella fatta aprire da Guido Novello dei conti Guidi nel 1261, al principio di Via Ghibellina presso il Palazzo del Potestà e presso la via che da questo prendeva il nome di Via del Palagio, e questa porta che si chiamava Ghibellina, sembra essere appartenuta al terzo cerchio. La Porta Guelfa, benché in costruzione fosse molto alta essendo dell'istesso tipo di quelle di Pinti e S. Niccolò; per il rialzamento del terreno, in specie della parte interna delle mura, a causa dello scarico che continuamente si gettava lungo le mura, restò in buona parte sepolta. Questa porta meritava maggior considerazione dalla parte esterna. Lo scudo alla sommità dell'arco era scolpito in marmo col giglio della Repubblica Fiorentina, sopra l'arco superiore esistevano due scudi di pietra, ed in quello di destra era scolpita la croce. Il giglio bianco in campo rosso era lo stemma o l'impresa della repubblica Fiorentina, e la croce rossa in campo bianco era quello del popolo. La torre era ornata di diversi altri stemmi che potevano servire ad illustrarne la storia. Si osservava poi un cartello di marmo bianco posto fra i due archi che sovrastavano la porta, nel quale leggevasi Porta Guelfa. La torre che era alta braccia 60 e larga braccia 22, si manteneva fino ad un certo punto quadrata, ma all'esterno crescevano le parti laterali per lo sporto del muro sugli archetti posti sulle men sole o beccatelli di pietra, ed in tal guisa giungeva alla tettoia che era posteriore all'edificazione della torre, perché prima dell'assedio di Firenze anche questa come tutte le altre torri e torrini e le mura, aveva i merli alla sommità. Nel 1835 furon demoliti gli sporti che ancora restavano a ornamento di detta torre perché minacciavano di rovinare.
La Porta Guelfa che da tempo immemorabile era stata chiusa e murata, fu ridotta in seguito per uso di magazzino di paglia con un uscio d'ingresso nel rimurato vano della porta, e fu riaperta sotto il governo del Granduca Leopoldo II. E quindi nel 1865, venne atterrata insieme alle mura per l'ingrandimento della città di Firenze quando divenne capitale d'Italia".
È uno dei tre padri del Rinascimento fiorentino, assieme a Filippo Brunelleschi e Masaccio.
Bruno, giovane fiorentino del dopoguerra, lotta tra ragione e sentimenti, cercando di trovare un equilibrio tra sogni e realtà.
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