Le Gualchiere di Remole
ed una supplica dei gualchierai.
L'opificio delle Gualchiere si trova sulla riva sinistra dell'Arno, lungo la strada SP34 che collega Firenze a Rosano.
A sei miglia di distanza da Firenze, sulla riva sinistra dell'Arno, esiste tuttora un antichissimo ed ampio fabbricato che conserva il nome di Gualchiere di Remole, L'edifizio ha l'aspetto di un castello munito di torri alte e merlate e colla sua massa bruna e pittoresca si specchia vagamente nelle acque del fiume. Dietro al fabbricato centrale si apre una piazza sulla quale sorgono alcune case ed una chiesetta, mentre tutt'all'intorno ricorre una cinta di mura con due porte castellane.
Tuttociò serve a ricordare l'antichissimo castello di Remole del quale si hanno ricordi remotissimi e che fu uno tra i feudi che gl' Imperatori di Germania concessero fino dal XI secolo alla Badessa ed alle monache del monastero di S. Ellero in Valdarno. La situazione sua, lungo la riva dell'Arno, fra due delle principali strade che guidano a Firenze, lo costituì anche in tempi successivi un gagliardo strumento di difesa, quindi la Repubblica ebbe cura di mantenerlo e di tenervi aguardia i suoi soldati.
Dalle monache di S. Ellero il possesso del castello pervenne in diverse famiglie fiorentine fra le quali i Donati, i Compiobbesi, gli Albizzi, gli Alessandri, i Rucellai e nel tempo in cui era fiorentissimo a Firenze il lavorìo delle stoffe di lana l'ampio edilìzio venne ridotto ad uso di Gualchiere per la lavatura e la battitura delle lane.
Certo in quell'epoca le Gualchiere di Remole dovevano avere un' importanza ed un'attività grandissima, perchè al lavoro di migliaia e migliaia di pezze di lana dovevano attender numerosi artefici, tanto che a difesa delle persone e delle mercanzie non si trascurò di mantenere in buone condizioni le opere di difesa, cioè le mura, i fossati, le torri e le porte.
L'Arte della Lana, per poter meglio contribuire alla prosperità di quel commercio che aveva fatto la ricchezza di Firenze, acquistava nel 1540 tutte le proprietà dei privati e da quel tempo fino a che quell'industria non venne a mancar quasi affatto di vitalità, esercitò per proprio conto le Gualchiere di Remole.
Alla soppressione delle arti, l'edifizio fu assegnato alla Camera di Commercio che tuttora ne è in possesso; ma dell'opificio che per tanti anni aveva avuto vita prospera e rigogliosa non resta ora che la memoria. Poche pile di gualchiere sussistono tuttora e le altre vennero ridotte a mulini.
Nel tempo più florido delle gualchiere, gli operai che vi erano addetti e che erano esenti da tasse, si trovarono gravati da un balzello e ricorsero al Granduca per esserne esentati. La loro istanza fu presentata e raccomandata dai Nove Conservatori del Dominio e della Giurisdizione fiorentina, ma non ebbe favorevole accoglienza dal Granduca.
Ecco intanto, a titolo di curiosità l'istanza in parola ed il testo del rescritto:
Li gualchierai di Remole supplicano che fino dall'anno 1540 l'Arte della Lana comperò le Gualchiere di Remole e che parola di S. A. S. fu ordinato che li gualchierai che vi stessino fossino esenti da tutte le gravezze di decima e teste e così è stato loro osservato insino al presente e che oggi sono molestati dal Rettore di quel popolo p. conto della decimina et però supplicano che sia loro raffermato la medesima grazia et esentione, sopra di che c'è fatto fede del provv.re di d. a Arte della Lana che si ottenne la da esenzione a requisizione e benefìzio di da Arte perchè non si trovava altrimenti chi volessi esercitare quelle gualchiere,
ma che non ne apparisce altra memoria, salvo per il fatto stesso che vi pruova che più rettori stati in d. popolo dal 1540 e più volte per ciascuno che non hanno mai riscosso da detti gualchierai gravezza alcuna di decima e teste dal che pure si inferisce la esenzione di che di sopra, perchè altrimenti non ne sarieno stati lassati in drieto tanti anni: et senza dirne altro preghiamo.
Di Firenze, 23 marzo 1570
Riebbesi il 26 d.°
Non si producendo l'esentione in scriptis non è da ammetterla(1).
Come si vede, in ogni tempo le tasse sono state sempre cagione di contestazioni e di liti fra chi cercava di sottrarsi a cotesta gravezza ed il fisco che le voleva esigere ad ogni costo!
(1) Archivio di Stato. — Archivio dei Conservatori del Dominio e della Giurisdizione Fiorentina, filza dell'anno 1570.
Tratto da Illustratore Fiorentino, compilato da Guido Carocci, Tipografia Domenicana, via Ricasoli 63, Firenze, 1909
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