Gli abiti del Cimabue, Petrarca e Laura
Nel XIII secolo, un periodo che fu come l'aurora dei bei giorni della rinascita europea, la pittura, modesta e semplice, cercava di preservare i volti di coloro che attiravano l'ammirazione dei loro contemporanei. Tuttavia, col passare del tempo, questi preziosi dipinti erano destinati a consumarsi, e spesso erano vittime di restauri ancora più barbari dei danni causati dal tempo stesso.
Fino ad oggi, i ritratti di artisti come Cimabue, poeti come Petrarca e della sua musa Laura, dipinti da Simone Memmi, situati nel Capitolo degli Spagnuoli nella chiesa di Santa Maria Novella a Firenze, sono riusciti a sfuggire a una completa metamorfosi. Pertanto, il Bonnard ha dedicato grande attenzione a includerli nella sua collezione, con la fortuna di poter condividere, per quanto possibile in questa opera, le fattezze di questi celebri personaggi.
Giovanni Cimabue, un pittore e architetto fiorentino che visse fino a circa i suoi settant'anni nel 1300, è universalmente riconosciuto come il rinnovatore della pittura, quell'arte meravigliosa che ha aggiunto nuova gloria alla bella Italia. Il ritratto attuale (Tav. XV, Fig. 1) è stato copiato da Bonnard dalle opere di Simone Memmi, presenti nel sopracitato Capitolo degli Spagnuoli.
Cimabue.
Cimabue è ritratto con un breve mantello bianco, decorato con fili d'oro. Un cappuccio bianco con un cordone d'oro gli copre la testa. Indossa una sopravveste, dei pantaloni, dei calzoni e delle scarpe, tutti bianchi, con dettagli e ricami dorati. La sua barba e i capelli sono neri.
Per quanto riguarda Petrarca, Roma e Parigi si contendevano l'onore di incoronare Francesco Petrarca. Alla fine, fu il Campidoglio a ottenere l'opportunità di farlo. Riportiamo qui la cerimonia secondo il racconto di Messer Lodovico di Bonconte Monaldesco in un linguaggio semplice: "Nel tempo del Papa Stefano della Colonna, Misser Urso venne a coronare Misser Francesco Petrarca, un famoso poeta e uomo di cultura. La cerimonia si svolse al Campidoglio in questo modo: Dodici giovani di quindici anni, figli di nobili e cittadini, indossarono abiti rossi. Questi giovani recitarono poesie in onore di Petrarca, e poi sei cittadini vestiti di verde portarono corone fatte con diversi fiori. Il Senatore, in mezzo a molti cittadini, indossava una corona di alloro e si sedette su una sedia speciale. A quel punto, Misser Francesco Petrarca fu chiamato con suoni di trombe e flauti. Si presentò indossando un abito lungo e pronunciò tre volte le parole: 'Viva il Popolo Romano, vivan li Senatori, e Dio li mantenga in libertà.' Poi si inginocchiò davanti al Senatore, il quale dichiarò: 'Corono prima la virtù.' Il Senatore tolse la sua corona di alloro e la pose sulla testa di Petrarca. A sua volta, Petrarca recitò un bel sonetto in onore degli antichi Romani valorosi. La folla applaudì entusiasticamente, gridando: 'Viva il Campidoglio ed il Poeta.'"
Quanto all'abbigliamento di Petrarca, egli indossava un completo rosso con un cappuccio foderato di pelliccia d'ermellino. È interessante notare che altre tombe a Roma mostrano costumi simili a quello di Petrarca, dimostrando quanto fosse comune l'uso di tali abiti nell'epoca.
Laura.
Nel ritratto di Laura, realizzato da Simone Memmi, ci sono alcune controversie. Il professor Marsand, in una sua edizione delle opere di Petrarca, ha messo in dubbio l'autenticità di questo ritratto, così come di uno precedente. Si basa sull'opinione del conte Cicognara, che dà la sua preferenza a un presunto ritratto di Laura posseduto da un certo Cavaliere Bollanti a Siena. Tuttavia, Bonnard, dopo un'attenta analisi, è convinto che il ritratto non sia opera di Simone Memmi, ma piuttosto di un pittore del XV secolo. Il motivo è che i dettagli nel dipinto, come i vestiti, sembrano appartenere a un'epoca successiva a quella di Laura. Nonostante ciò, l'opinione di Bonnard, basata su prove deboli, ha prevalso su prove solide che confermano l'autenticità del ritratto di Simone Memmi a Firenze.
Vasari, noto storico dell'arte, considera autentico il ritratto di Laura di Simone Memmi, ed è un'opinione che viene sostenuta dalla tradizione. Nel ritratto, Laura è raffigurata con un piccolo cappuccio bianco sulla testa, tenuto al collo da bottoni d'oro, e la veste è di un verde ricamato in oro. Simone Memmi ha aggiunto una piccola fiamma sotto il collo per identificarla.
Inoltre, il romanzo di Lancelotto del Lago, conservato nella Biblioteca del Re di Francia, fornisce ulteriori prove che supportano i costumi delle donne dell'epoca di Laura, che era di origine francese. Le caratteristiche dei costumi delle donne in questo romanzo sono molto simili a quelli di Laura. Inoltre, la tomba di Lelia Casali, morta a Roma nel 1448 all'età di 25 anni, conferma che i costumi dell'epoca non subirono variazioni significative per un lungo periodo di tempo.
Cammillo Bonnard, Costumi nei secoli X III, XIV e XV tomo I, Milano, dalla Tipografia e Calcografia di Ranieri Fanfani, 1832.
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