Le banche cattoliche falliscono allegramente
Dalla rivista satirica "L'Asino" del 1912
In Toscana
Il Vaticano versa un milione e mezzo per salvare la banca del clero in Firenze.
Si ricorderà il famoso crack della Banca del clero di Firenze e gli straschichi che esso provocò (1).
Il Vaticano entrò nella faccenda ed a evitare scandali incaricò il Banco di Roma a liquidare la Banca soddisfacendo tutti i creditori. Ora la liquidazione è terminata ed il risultato è che il Banco di Roma ha dovuto versare per incarico del Vaticano, oltre un milione e cinquecento mila ai creditori della banca del Clero.
Da molti anni non era capitato di versare una somma così ingente per la cattiva amministrazione di sacerdoti, ma in questa occasione si trattava di salvare l'Arcivescovo di Firenze, monsignor Mistrangelo, il quale esortava il suo clero a fare presso la Banca operazioni e depositi.
Ma difficilmente si ripeterà il caso, poichè, dopo questo Pio X proibì ai sacerdoti di amministrare banche e casse rurali, e comunque prendere parte ad organizzazioni finanziarie.
N.B. L'arcivesco Mistrangelo (2) è quello che a Firenze fa le battaglie contro i caffè concerto. Non sarebbe più opportuno che si occupasse meglio delle banche cattoliche?
(1) La vicenda accadde nel 1903 e si protrasse per anni.
(2) Alfonso Maria Mistrangelo (Savona, 26 aprile 1852 – Firenze, 7 novembre 1930) è stato un cardinale e arcivescovo cattolico italiano.
L'Asino fu una rivista di satira politica che nacque a Roma il 27 novembre 1892, l'anno del primo ministero Giolitti e della costituzione del Partito Socialista Italiano.
La rivista fu ideata da Guido Podrecca, uno studente universitario carducciano, positivista e socialista, e da Gabriele Galantara, ex studente di matematica, disegnatore e pupazzettista geniale, anch'egli socialista. I due assunsero gli pseudonimi di "Goliardo" (Podrecca) e di "Rata Langa" (Galantara), e con questi soprannomi firmarono le uscite del settimanale.
Nel maggio 1609, Galileo ricevette notizia di un nuovo strumento ottico e ne costruì una propria versione.
Un monumento a Cellini è stato innalzato per celebrare il suo genio e il suo lavoro.
Il tribunale apparve come una corte giudiziaria operante nel rispetto di due fondamentali principi: l'imparzialità e la celerità dei giudizi.
Nel Trecento, il fallimento delle banche Peruzzi e Bardi causò una grave crisi a Firenze, aggravata da guerre e crolli finanziari.