Piazza Santa Croce
Il primo incontro di San Francesco con i primi francescani fiorentini avvenne nella zona di San Gallo. Tuttavia, forse egli riteneva che questa località fosse troppo distante dai suoi amati poveri. Francesco non desiderava che i suoi seguaci diventassero solamente "monaci", confinati nei tranquilli monasteri, dedicati esclusivamente alla contemplazione spirituale. Al contrario, voleva che fossero "frati", ovvero fratelli dei poveri. Essi non dovevano vivere ritirati nelle "abbazie", ma nei "conventi" come viaggiatori ospitali, sempre in movimento con l'obiettivo di portare soccorso ai bisognosi. Questa filosofia spinse i seguaci di San Francesco ad avvicinarsi ai borghi, luoghi più poveri e insalubri delle città. Fu così che nacque un piccolo oratorio francescano proprio fuori dalle prime mura comunali, circondato da acqua o, meglio dire, da acquitrino. La situazione migliorò quando le mura comunali, nel 1284, furono estese fino alla Porta alla Croce [1].
La prima menzione della Chiesa di Santa Croce si trova in un documento di Gregorio IX, un amico di Francesco che in precedenza era stato il cardinale Ugolino. Dopo l'alluvione del 1966, venne scoperto che una chiesa molto più piccola sorgeva nella stessa posizione dell'attuale, di fronte alla piazza. Dobbiamo ricordare che il concetto di "piazza" come lo intendiamo oggi è stato introdotto dai francescani; nell'antica Roma, c'era solo il Foro come spazio aperto, mentre nel periodo medievale la città era costellata di torri. Per agevolare l'accesso e l'uscita dei fedeli, venne creato uno spazio aperto di fronte alle chiese.
Naturalmente, i conciatori di pelli approfittarono di questa situazione per stendere le loro pelli, causando odori sgradevoli e costringendo i predicatori a spostare i loro pulpiti in base alla direzione del vento. Per mantenere le piazze libere, si decise di organizzare giochi, tornei e feste che avrebbero legato per sempre le persone a questi spazi pubblici. Da quel momento fino ad oggi, è possibile affermare che Piazza Santa Croce è stata la location di un numero straordinario di feste, mantenendosi ancora oggi come una delle piazze più belle e vivaci di Firenze.
[1] Quando i francescani costruirono il piccolo oratorio, si trovarono sull'Isola d'Arno, un terreno circondato dalle acque del fiume che scorreva attraverso Borgo la Croce e via Pietrapiana, giungendo fino alla Porta dei Buoi nella zona di via dei Tintori, per poi ritornare e scaricare le acque nel punto in cui successivamente sarebbe stato costruito il Ponte Rubaconte o alle Grazie.
Santa Croce fra il 1845 e il 1855. Il campanile, architettato da Gaetano Baccani e compiuto nel 1845, fa fede che questa litografia (foto 1. non può esser anteriore a quell'anno). D'altra parte, la presenza della base su cui doveva elevarsi l'antico campanile (a sinistra della chiesa) detta il" masso di Santa Croce", e demolita nel 1855, prova che fu eseguita prima del 1855. Mancano perciò la nuova facciata di Niccolò Matas, compiuta fra il 1857 e il 1863; il monumento a Dante, inaugurato nel 1865; l'ingresso al chiostro, sostituito nel 1870 a un edificio moderno demolito nel 1869, e il portico che fiancheggia la chiesa lungo via dei Malcontenti, finito nel 1890. La fonte e gli edifici ai lati della piazza non mostrano notevoli variazioni.
Santa Croce. Esterno del transetto, verso sud, e dell'abside prima che il Baccani elevasse il campanile (1842-45). È veduto dalla stradicciola che ripiegava da Piazza dei Cavalleggieri verso via dei Malcontenti, accedendo al giardino Busini ora Dufour Berte. Il fabbricato a timpano, più basso e a destra, è oggi forato da finestre a banali persiane verdi. Quello con lo stemma mediceo è la testata del Noviziato, costruito da Michelozzo per Cosimo de' Medici. Raccolta topografica degli Uffizi. --- - Disegno a penna e bistro d'E. Burci.
la via intitolata all'artista, originariamente 'via dei Marmi sudici', ha una storia ricca di cambiamenti e fu rinominata nel 1875.
Via de' Ramaglianti, ex Via dei Giudei, storia e fascino, nessuna traccia di un passato interessante.
La Cella rappresenta un frammento prezioso della storia fiorentina del XIV secolo, un periodo segnato da lotte sociali e politiche.
Umberto Eco, parafrasando Samuel Johnson , scrisse una volta che “la letteratura locale e la memorialistica sono l'ultimo rifugio delle canagli