Semifonte, la città scomparsa

Semifonte: la città scomparsa
Nel Comune di Barberino Val d’Elsa si trova il sito archeologico medievale di Semifonte. Il nome deriva dalla corruzione del latino summos fons, che significa sorgente sull’altura, poiché la città era situata sulla sommità di una collina. Questo borgo conobbe una rapida ascesa, diventando potente prima di cadere nell'oblio. Nel 1181, il conte Alberto degli Alberti iniziò la costruzione di una fortezza per contrastare l'espansione fiorentina, dominando la Via Volterrana e la Via Francigena. In breve tempo, questa fortezza divenne un potente borgo, protetto da tre chilometri di bastioni, con quattro porte, un mastio, sette chiese e trecento abitazioni. Firenze, preoccupata dalla posizione strategica di Semifonte, cercò di fermarne la crescita, ma lo sviluppo urbanistico ed economico del borgo fu rapidissimo, tanto che si cantava: "Va Firenze, fatti in là / Semifon divien città".
Anche Dante, nel Paradiso, menziona Semifonte come centro di grande importanza. Firenze, non potendo tollerare l'espansione dei Semifontesi, combattenti coraggiosi e abili mercanti, continuò le ostilità. Inizialmente, Semifonte ricevette aiuto dalle città vicine, come Colle e San Gimignano, ma nel 1200, il conte Alberto IV si accordò con Firenze, vendendo metà dei diritti sul castello per quattrocento libbre per salvare il resto dei suoi possedimenti. L'isolamento diplomatico, la carestia e l'uso di macchine da guerra e fuoco greco portarono alla resa della fortezza nel 1202. Gli abitanti furono risparmiati, ma la città fu completamente distrutta. La demolizione continuò per anni e le pietre furono usate per costruire una cinta muraria a Barberino Val d’Elsa. Solo l'odierno abitato di Petrognano sopravvisse, poiché si trovava fuori dalle mura della città. Oggi si possono vedere le strutture di tre case-torri e alcuni bastioni. Di Semifonte non rimase per molti secoli nemmeno la memoria.
Curiosità: per quattro secoli vigeva una legge che vietava di costruire sulle terre di Semifonte. Nel 1597, su progetto di Santi di Tito e per volontà di Giovanni Battista di Neri Capponi, con il permesso del Granduca Ferdinando I, fu costruita una cappella ottagonale dedicata a San Michele. Questa cappella riproduceva in scala uno a otto la cupola di Santa Maria del Fiore di Firenze, progettata dal Brunelleschi.

Cappella di San Michele a Semifonte, Barberino Val d'Elsa.
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