Carlo Morbio, nel suo libro del 1838, offre un crudo resoconto delle malefatte dei Medici a Firenze, evidenziando le loro vere nature al di là delle lodi ufficiali.
Egli descrive una serie di atti atroci, come l'omicidio di Sforzo Armeni da parte di un Medici che lo aveva servito fedelmente per 24 anni. Racconta anche di un Medici che, per motivi banali, uccise uno staffiere davanti a una chiesa, e di un altro che, per risparmiare sui costi dell'ospizio degli Innocenti, mandava i giovani sulle galee di Livorno e costringeva le fanciulle alla prostituzione.
Le storie continuano con un Medici che rapisce una delle più belle fanciulle da un luogo di ricovero e la invia al duca di Mantova con false promesse, solo per vederla ridotta a mendicare. Morbio narra anche di stupri, estorsioni, omicidi e altri crimini, spesso perpetrati o sostenuti dal governo. Inoltre, descrive un Medici che cercava nuove vittime tra le vergini dei chiostri di Firenze, e di tragici drammi familiari come fratelli che uccidono fratelli, figli uccisi dai padri, e mogli assassinate dai mariti, il tutto ambientato nelle sontuose residenze della Regia di Firenze e di Pratolino.
La cronaca di Morbio si distingue per la sua brutalità e sincerità, offrendo uno sguardo non edulcorato sulla famigerata dinastia dei Medici, ponendo l'accento sulla moralità piuttosto che sulla potenza, e rendendo giustizia storica attraverso la denuncia e la divulgazione dei fatti.
Storie dei municipj italiani: illustrate con documenti inediti, Volume 4, Carlo Morbio,1838.
Cosicché, queste due befanate che andarono a finir male, diventaron famose; e servirono di ammaestramento per l'avvenire.
Come la maggior parte delle altre porte cittadine fu ribassata nel Cinquecento per renderla meno vulnerabile ai cannoneggiamenti
Scoperto tra l'VIII e l'IX secolo, un antico enigma simboleggia l'atto dello scrivere, unendo storia, cultura e l'evoluzione della lingua italiana.
L'emozione soggettiva invade notazioni commerciali e tabelle monetarie e affianca alle "ragioni di bottega".