Filippo Lippi
La sua vicenda amorosa
Era di natura cosi infiammabile, che «vedendo donne che gli piacessero, se le poteva avere, ogni sua facultà donato le arebbe; e non potendo per via di mezzi, ritraendole in pittura, con ragionamenti la fiamma del suo amore intiepidiva». Come cappellano del convento di Santa Margherita a Prato, avendo, natiiralmente, il modo d' introdursi nel monastero, vide fra le monache la giovine Lucrezia figlia di Francesco Buti, cittadino fiorentino, e se ne invaghi perdutamente. L'ordinazione, che la badessa gli fece di una tavola per il convento, parve, e fu di fatto, la fortunata occasione che doveva farlo entrare in relazione con la donna del suo cuore. Col pretesto di ritrarre in quella tavola la Lucrezia, Filippo richiese la badessa che per ciò la giovine suora posasse innanzi a lui. Alla qual domanda, parendole la cosa di gran pericolo, e conoscendo forse che sorta d'uomo si nascondesse sotto i panni di quel frate, la Madre non volle dapprima accondiscendere; ma tanto seppe dire e fare il pittore che da ultimo ottenne ciò che voleva. Trovandosi cosi spesso con la Lucrezia, e avendo grande agio, mentre dipingeva, di intrattenersi con lei in piacevoli ragionamenti, si andava naturalmente accendendo sempre più nell'amorosa passione. E non era uomo da intiepidire, come dice il Vasari, la fiamma con soli ragionamenti!
A sua volta, la Lucrezia non dovette star molto a confessare a lui, nella crescente intimità dei loro colloqui, come fosse stata messa in convento, contro voglia, dal fratello maggiore, dopo la morte del padre, per scemare il carico della famiglia (ebbe Francesco Buti dalla sua seconda moglie dodici figliuoli), e a forza vestita monaca, proferisse poi i solenni voti ; forse fece anche destramente intendere che di gran cuore sarebbe uscita da quel ritiro per godersi anche lei la sua parte di vita. Fra Filippo, che di imprese d' amore doveva aver già non piccola esperienza, profittando della festa della sacra Cintola che ogni anno si celebra in Prato con grande solennità e gran concorso di popolo, mentre le altre suore erano tutte occupate nella cerimonia, rapi facilmente la bella monacata a forza. e la fece sua.
Non andò molto che la sorella di Lucrezia, Spinetta, pur esse nel convento di Santa Margherita, raggiunse la casa di fra Filippo, e che altre tre monache si fuggirono coi loro innamorati dal convento.
Tutto questo nel 1457. Due anni dopo, Lucrezia ora loruata al chiostro insieme con la sorella e con le altre fuggitive; e aveva con loro rinnovato i solenni voti. Ma questi dopo la prima rottura legavano troppo poco: la Lucrezia fuggi una seconda volta, e sappiamo clie nel 1461 abitava con la sorella in casa del pittore.
Non mancò per questi scandali, troppo patenti, un'accusa segreta contro il frate e il procuratore del monastero, ser Piero di Antonio Rocchi, notaio pratese. Ma fra Filippo, grazie alla intercessione di Cosimo, ottenne da Pio II, per sé e per la sua donna, il proscioglimento dai sacri voti e il perdono di ogni cosa: e cosi potè diventare legittimo anche quel Filippino, che nato già prima della unione con la Lucrezia, doveva, sotto la disciplina del Botticelli, gareggiare nell'arte col maestro.'
Questa avventura dette, naturalmente, buona materia a romanzieri e a pittori che narrarono e colorirono anche più fantasticamente i casi del frate: né mancò chi legasse questa storia d'amore con la traversia toccatagli per opera dei corsari, e aggiungendovi ancora altre fantasie, componesse una vita di Filippo come questa, molto immaginosa, che leggiamo in uno storico della pittura italiana:
«Lippi était moine, et n'avait de religieux que le costume. Dans un couvent de femmes où il avait été appelé pour décorer de ses peintures un maìtre-autel, il se prit de passion pour une religieuse et Tenieva. Arrèté pour ce crime, il fut jeté en prison, et s'échappa, chercha à gagner d'autres contrées, prit la mer, ei tomba entre les mains de corsaires barbaresques. Après dix-huit mois d'esclavage, il recut sa liberto en récompense du portrait qu'il avait fait de son maitre. Il rejoignit sa religieuse en Sicile, vécut avec elle pendant plusieurs années, et mourut à Spoleto, empoisonné par les parents de cette femme, au moment où les Médicis, ses protecteurs, venaient d'obtenir une bulle qui les relevait, lui et elle, de leurs voeux et autorisait leur mariage». (1)
La protezione di Cosimo e la indulgenza papale avevano salvato Filippo da peggiori mali; ma la potestà ecclesiastica, insieme con gli ufficiali di Notte e Monasteri, dovettero di necessità, levargli la cappellania di Santa Margherita e proibirgli di entrare in quel monastero. Per le stesse ragioni perdette anche la rettoria della chiesa parrocchiale di San Quirico a Legnaia; e cosi, venendogli meno i principali proventi, fu forzato a ritrarre dall'arte sola il sostentamento della famiglia.
(1) J. Coindet, Histotre de la peintace en Italie. Paris, Renouard, 1873, pag. 4.3..
Autoritratto di Filippo Lippi, dettaglio dell'Incoronazione della Vergine, 1441-1447 circa
Duomo di Spoleto - Fra Filippo Lippi: Scene di vita della Vergine, a destra Filippo Lippi
Nonostante le sfide e le domande rimaste senza risposta, l'incontro rafforza il loro legame e il loro reciproco rispetto.
Nel 1456, nominato cappellano del convento pratese di Santa Margherita, vi conobbe e si innamorò della monaca Lucrezia Buti.
Le sue parole e descrizioni trasmettono l'amore e la connessione profonda che aveva con Firenze, grigia e semplice. Essenziale e indispensabile.
Epigrafe sulla Tomba di Dante a Ravenna di Bernardo Canaccio.