Aristogitone, il tirannicida

La scultura esposta nel cortile di Palazzo Pitti raffigura Aristogitone, uno dei due celebri tirannicidi ateniesi, insieme al suo compagno Armodio. L’opera lo rappresenta in un momento drammatico e decisivo: l’atto di sferrare il colpo mortale. Aristogitone è immortalato mentre impugna una spada, in procinto di colpire, con una posa che trasmette la tensione e la determinazione del gesto. Lui è uno dei due celebri tirannicidi ateniesi, insieme ad Armodio. I due, nel 514 a.C., tentarono di assassinare Ipparco, figlio del tiranno Pisistrato, durante una celebrazione religiosa, un atto che contribuì alla fine della tirannia ad Atene. Nonostante il fallimento parziale dell'impresa, poiché riuscirono a uccidere solo Ipparco, Armodio e Aristogitone furono successivamente celebrati come eroi della libertà ateniese. La scultura è una copia romana realizzata tra il 100 e il 150 d.C., ispirata a un originale greco realizzato tra il 477 e il 476 a.C. dagli scultori Kritios e Nesiotes. Questa copia, come altre opere dell'epoca romana, mostra l'ammirazione dei romani per la cultura greca e il desiderio di preservare tali opere. L'originale gruppo scultoreo fu collocato nell'agorà di Atene per commemorare il gesto eroico dei due uomini, diventando un simbolo della democrazia e della lotta contro la tirannia. L’opera originale fu saccheggiata dai Persiani durante l'invasione del 480 a.C., ma fu successivamente sostituita da una nuova copia.

Bibliografia.
- Giorgio Bejor, L'arte greca, Milano, Mondadori, 2003.
- Luca Giuliani, Immagini greche. Le statue nel mondo antico, Torino, Einaudi, 2003.
- Salvatore Settis, Laocoonte. Fama e stile, Torino, Einaudi, 1999.
- Eugenio La Rocca, Le copie romane del Discobolo e altre statue greche, Roma, L'Erma di Bretschneider, 1984.

Aristogitone
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