Via Calzaiuoli
La strada che connette piazza della Signoria, piazza del Duomo e piazza di San Giovanni ha visto nel corso del tempo una serie di nomi diversi, principalmente legati alle attività produttive e commerciali che si sono sviluppate qui. Da piazza della Signoria a via Orsanmichele, questa strada era conosciuta come via Larga di San Michele in Orto, via del Canto al Diamante, via dei Buonaguisi, via dei Caciaioli (1), via dei Farsettai (2) e via dei Bandierai (3). Da via Orsanmichele al Corso, era chiamata via dei Calzaiuoli(4) e poi via dei Pittori(5), via dei Fiascai(6) e corso di San Bartolo (7). Nella parte finale, mantenne a lungo il nome di corso degli Adimari, accanto a via dei Brigliai, a causa delle case, delle torri e della loggia di questa famiglia.
L'attuale denominazione fu estesa a tutto il percorso intorno al 1870. Questo tracciato, unendo il centro del potere civile con quello religioso e collegando così le due principali piazze di Firenze a monumenti che raccontano la storia della città, è da considerarsi uno dei più importanti. La sua origine può essere fatta risalire alla fine del XII secolo, ma essa segue anche il percorso dell'antica città romana, parallelo al cardo maior (via Roma e via Calimala), che era già uno dei principali assi minori, collegando le due estremità della città.
Già nel 1240, sulla strada si ergeva la Loggia del Grano (Orsanmichele), direttamente collegata al palazzo dell'Arte della Lana sulla retrostante via Calimala. Grazie alla sua importanza commerciale nel Medioevo, la prima parte della strada, fino a via Orsanmichele, fu ampliata nel contesto del piano urbanistico repubblicano del 1383, raggiungendo la larghezza attuale. La seconda parte fu unificata e ampliata solo nell'Ottocento. Nel 1811, l'architetto Giuseppe Del Rosso propose un progetto in tal senso, poi ripreso da Luigi de Cambray Digny nel 1839, il quale pianificò anche la costruzione di porticati su entrambi i lati della strada. Fortunatamente, questa idea dei porticati fu abbandonata.
I lavori iniziarono nel 1842 su progetto dell'architetto Flaminio Chiesi, con il patrocinio di Leopoldo II "per il miglioramento e la comodità pubblica". Il cantiere fu completato nel 1844, con il marchese Piero Francesco Rinuccini come gonfaloniere. La complessità dell'intervento è documentata negli archivi storici del Comune di Firenze. Nonostante i cambiamenti, la strada ha mantenuto il suo carattere commerciale, testimoniato dall'apertura della prima galleria commerciale fiorentina, il bazar Buonaiuti (8), nel XIX secolo, seguito da Duilio 48 e ora Coin.
Durante i recenti lavori di pavimentazione in pietra, la strada è stata resa pedonale e i marciapiedi sono stati rimossi, suscitando alcune polemiche. Questa decisione è stata presa per limitare il traffico veicolare e cercare di preservare l'aspetto storico, anche se il risultato è stato parzialmente compromesso dalla presenza continua di veicoli a motore.
Nonostante le trasformazioni avvenute nel XIX secolo, questa strada conserva l'importanza degli edifici che caratterizzano la sua prima parte ed è ancora oggi un sito di notevole interesse storico e artistico.
Bibliografia:
Piero Bargellini e Ennio Guarnieri, Le Strade di Firenze, Bonechi Editore, Firenze, 1985
Album di Firenze, a cura di Giorgio Batini, La Nazione, Firenze, 1975
[1] Caciaioli erano i venditori di formaggio
[2] Farsettai coloro che cucinavo tipi di giubbotto, con o senza maniche, che si portava un tempo sopra la camicia; era indumento popolare e sopravvive oggi in diversi costumi regionali
[3] Bandieraio è colui o colei che cucivano le bandiere del comune.
[4] Calzaiuoli il nome deriva forse dai laboratori delle calze di panno che qui erano soprattutto tra Quattrocento e Cinquecento
[5] Via dei Pittori, perché molti artisti vi avevano le loro botteghe che servivano da studio e da galleria per l'esposizione delle opere d'arte.
[6] Fiaschiai erano i maestri vetrai specializzati, a realizzarlo. Il vetro fuso veniva prelevato da un forno e con la canna da soffio e senza l’ausilio di stampi veniva modellato. I fiaschi successivamente venivano ricoperti “con la vesta” dalle fiascaie. I recipienti venivano rivestiti di sala o paglia, con una base ad anello, che gli permette di stare in piedi autonomamente e lo protegge dagli urti. Un tempo era molto diffuso.
[7] Corso di San Bartolo per la presenza di una chiesa intitolata a San Bartolomeo
[8] «un grande piazzale coperto di cristalli, con due ordini di botteghe all'intorno, che servono alla vendita giornaliera di varie manifatture ed oggetti di moda»
In passato, questa zona ospitava il Ghetto ebraico e resti storici di Firenze, incluso il Mercato Vecchio, sorto sul Foro romano.
Umberto Eco, parafrasando Samuel Johnson , scrisse una volta che “la letteratura locale e la memorialistica sono l'ultimo rifugio delle canagli
Il nome della via omaggia il navigatore nato qui.
Una via ricca di storia, ora trasformata, ma che non conserva i ricordi storici.