Strade attorno al Ghetto
Prima di cominciare un esame all'interno dei fabbricati del vecchio Ghetto, occupiamoci brevemente alla parte esterna, dei ricordi storici relativi alle case, alle piazze, e agli edifizi che lo circondano.
Cominceremo dalla parte più importante: la Piazza di Mercato Vecchio, (Oggi piazza della Repubbica) che sta dal lato di mezzo giorno. Dissi già che forse occupa parte di una specie di Foro, dei tempi romani, del quale è rimasto il ricordo nel nome che ebbe in altri tempi la chiesa di S. Pier Buonconsiglio detta anche S, Piero in Foro. Dipoi, a' tempi de' Longobardi si chiamò piazza o Foro del Re, nome che dovrebbe esserle restituito, quando ampliata e riformata per il riordinamento del centro, verrà adorna del monumento che Firenze erige al Gran Re Vittorio Emanuele.
Ne' tempi repubblicani, la piazza fu adorna di palazzi, di torri, di edifizi splendidi.
Dov'è la facciata dello stabile del Ghetto sorgevano il superbo palagio dei Tosinghi, alcune case dei Della Tosa e dei Medici e la loggia dei Tosinghi che occupava l'angolo fra piazza del Mercato e la Via oggi dei Naccaioli (1), difaccia alla chiesa di S. Maria in Campidoglio.
In faccia, erano il palazzo degli Amieri appartenuto già ai Nerli, la torre dei Caponsacchi confiscata a questa famiglia e concessa all'Arte dei Medici e Speziali, varie case de'Caponsacchi, altre dei Da Cignano e sull'angolo di Calimara il bellissimo tabernacolo di S. Maria della Tromba esso pure appartenuto all'arte dei Medici e Speziali.
Dal lato che guarda levante, fra le due antiche chiese soppresse di S. Maria in Campidoglio e di S. Pier Buonconsiglio, erano varie case de'Tornaquinci, degli Odarrigi, degli Alfieri Strinati, che avevano al pianterreno botteghe di rigattieri: e rigattieri stettero dipoi in tutte quelle che erano al pian terreno delle case del Ghetto dal lato della piazza.
In faccia, accanto alla chiesa di S. Tommaso, che fu di patronato di casa Medici fin da' tempi antichissimi, sorgevano palazzi e torri dei Sizi che corrispondevano anche in Via dei Cardinali e in Via degli Speziali.
È inutile ricordare gli avvenimenti vari ed infiniti onde fu teatro questa piazza ch'era il centro della vita e del commercio di Firenze, fin dai tempi più lontani, perchè sarebbe un lavoro troppo lungo ed in gran parte estraneo a questa breve illustrazione.
Dirò solo, che sulla piazza sorse nel XIV secolo il macello pubblico che si diceva Beccheria, che successivamente si stabilirono i banchi e i deschi del mercato trasformati dipoi abusivamente in baracche e botteghe, che nel 1568 vi si eresse col disegno di Giorgio Vasari la loggia del Pesce in sostituzione dell'antica che era in via degli Archibusieri alla scesa del Ponte Vecchio e che fu distrutta dalla piena del 1557.
Se per la riduzione che si sta per fare di questa piazza, abbiamo un desiderio da esprimere, un voto da manifestare, è che lasciando da parte i vani sogni di grandiosità moderna, i capricci strani della regolarità e dei rettifili, si procuri di conservare il più che sia possibile l'antico carattere alla più antica piazza di Firenze, restaurando anziché distruggendo senza scopo quell'artistico e pregevolissimo gruppo di fabbriche che occupa il lato di mezzogiorno e dove sono tre edifizi importantissimi, cioè il palazzo Amieri, la torre degli Speziali e il Tabernacolo della Tromba.
La Via dell'Arcivescovato chiude lo stabile del Ghetto dal lato di levante. Era questa via l'arteria principale di Firenze, la strada più antica, che occupava appunto il luogo dell'antica Via Cassia la quale faceva capo al Ponte Vecchio.
Il nome attuale è moderno e la vìa ebbe nei diversi tempi altri nomi derivanti o dalle famiglie che vi ebbero le case o dalle botteghe che vi erano poste.
Un forno antichissimo, detto della Macciana fece per molto tempo chiamar Via della Macciana o del forno della Macciana il tratto di questa strada che era fra via della Nave e Via della Vacca. Le botteghe di chiavaioli e di suecchiellinai fecero chiamare in diverse epoche questo tratto di strada tra Via Chiavaioli e Via o Piazza de' Succhiellinai. Il breve tratto poi tra Via della Nave è la Piazza del Mercato si chiamò il canto del Parentado, dal nome dell'antica loggia che era posta là sul crocicchio della strada, o Via degli Agolanti dal nome di una antichissima e potente famiglia che ebbe quivi le sue antiche case.
I fabbricati oggi appartenenti al quadrato del Ghetto, che sorgevano da questo lato appartennero ai Medici, ai Della Tosa, ai Della Pressa ed ai Pecori.
Le case de' Pecori voltavano anche nella strada di fianco all'Arcivescovado che oggi si dice erroneamente Via della Vacca. Questo breve tratto fino alla Piazza dell'Olio, in altri altri tempi Piazza del Vescovo o di S. Ruffillo, non aveva un nome proprio. Si diceva il Canto de' Pecori, nome che si estendeva anche ad un primo tratto della Via dell'Arcivescovado, perchè qui tutt'all'intorno ebbe le sue case la famiglia Pecori.
Accanto ai Pecori ebbero le loro case ed una torre delle più antiche i Filitieri Da Castiglioni, prima di andare ad abitar da S. Andrea: e più verso la Via de' Boni ve ne ebbero i Fighineldi sostituiti dipoi in questo possesso dai Boni. Il nome di Via della Vacca dato prima a quel piccolo tratto strettissimo della strada tra Piazza dell'Olio e Via de' Boni, ho detto che è erroneo, perchè esso non derivò dal nome di una famiglia Della Vacca che esistè in Firenze. Le derivò invece dall'insegna di una bottega, anzi di un forno, ed il vero nome che ebbe per molto tempo fu di Via del Fornaio della Vacca.
I Boni, e non Buoni, come è scritto nel cartello postovi dal Municipio, ebbero case, torri e palagio sull'angolo del Ghetto fra questa Via della Vacca e la via de' Naccaioli ed altro loro palazzo sorgeva dal lato opposto, nello spazio occupato per formare il giardino ad una specie di piazza dinanzi al Palazzo riedificato dagli Orlandini.
Via de' Naccaioli fu il nome di una piccola parte soltanto di questa via dove furono alcune botteghe di fabbricanti di nacchere, un antico strumento assai in uso in altri tempi. Il nome più importante e più antico della strada era quello di Via dei Rigattieri perchè qui appunto furono in gran numero le botteghe di quest'arte. L'ultimo tratto poi verso il Mercato, si chiamò Via degli Stracciaioli, sempre per causa delle botteghe appartenenti a questo mestiere che consisteva nel toglier dal bozzolo la seta straccia.
I palazzi le case, le torri, la loggia dei Brunelleschi occupavano tutto il lato di levante di questa strada fra le case de' Boni e la loggia dei Tosinghi. E da' Brunelleschi s'intitolava pure la piazzetta comunemente chiamata de' Marroni e che si disse anche di S. Leo dalla chiesa poi soppressa che vi sorgeva e che fu una delle primitive parrocchie di Firenze.
(1) Via de' Naccaioli oggi via de' Brunelleschi ca.
Tratto da:
Guido Carocci, Il ghetto di Firenze e i suoi ricordi, illustrazione storica, Firenze, Galetti e Cocci, 1886.
Una intensa passeggiata all'interno dell'antico Ghetto fiorentino. Lo storico Guido Carocci ci far conoscere il posto.
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