Entriamo in casa di una ricca Madonna

Entriamo in casa di una ricca Madonna

di Nino Tamassia 
(Revere, 1º dicembre 1860 – Padova, 11 dicembre 1931)

 giurista, politico e accademico italiano, studioso di storia del diritto e accademico dei Lincei.
 

"Una capatina in casa dei ricchi è meno facile. Si tratta di penetrare in vere fortezze inespugnabili: se ci lasciano passare, vedremo caminate di palagio e tante altre meraviglie. Non vi manca nulla; il lusso è sovrano; noto anche le serre calde per aver le rose, quando le rose non hanno costume di sbocciare (1). Ma anche qui i padroni di casa sono, come si dice oggi, fuori di città, e vi stanno parecchi mesi (2) Se non sono nemmeno pel momento, «selvatici», ma cittadini, temo forte che li troviamo. Madonna va per le chiese (potrebbe essere anche cavalieressa.... gaudente) (3) o a far visite alle amiche, o in altre brigate donnesche quando non istà alla finestra, o in camera, intenta alla toilette (4)
Fin dal dugento, e le prove vi sono, chiare e lampanti, le donne vogliono godersi la libertà à ire spaciatium, d'andare a spasso, di vedere un po' quel che avviene fuori di casa. Credo che la potestà maritale, resa più burbanzosa dai costumi longobardi, cominciasse a seccare, e giustamente, le signore (5). 
Il « gentil sangue latino » non corre solo nelle vene del sesso forte. Dante se ne lagna: è passato il tempo di Bellincion Berti, quando la donna « vegghiava a studio «della culla» (6). Ora, il padrone di casa, sebbene minuzioso nei conti famigliari, prende una balia, una schiava (ce n'è ancora di questi esseri nei liberi Comuni (7)) per i figli; e la madre è sciolta da ogni cura, libera di pensare alla toilette ed al modo di vestir bene, in barba alle leggi ingenue, contro il lusso delle vesti e questi e quegli ornamenti (8). Può accadere, però, facilmente che il messo del Comune, arresti per le vie la signora e le dica: « Madonna, datemi il vostro nome, perocché avete il becchetto intagliato ». Madonna stacca dal cappuccio l'oggetto incriminato, e con garbo risponde: «Becchetto? ma « se è una ghirlanda più che permessa ». L'ufficiale non si dà per vinto e aggiunge : « Sì, ma questi bottoni....? » E Madonna: « Bottoni? ma sono coppelle, guardate non c'è «picciuolo!» — « Sta bene, ma non negherete che codesto « è ermellino ». — « Ermellini? sono lattizzi ». — « Lattizzo? Che è?» — « Una bestia » (9). Allora la bestia sono io di certo, avrà mormorato l'infelice. Com'è difficile legiferare, quando le signore oppongono un veto così spiritoso all'applicazione delle leggi."
 


(1) Novellino , Nov. 21.
(2) G. Villani, op. cit., XI. 94.
(3) D'Ancona, Studi cit., p. 112-3.
(4) Dante, Vita Nova, c. iS, p. 70; c. 35, p. 112. Monache e badesse pare che amassero bere e mangiare, alla finestra: vedi Capitoli delle monache di Pontebello, in Scelta cit. N. 39; p. 3S. Sulla toilette femminile c'è un ben noto sonetto dell'Angiolieri (D'Ancona, op. cit., p. 131) che comincia: « Quando mia donna esce la man' dal letto ». Se le celle dei frati sembravano « botteghe di speziali o d'unguentari » : Decameron, G. VII, n. 3 (II, p. 134-5); cfr. Merkel, op. cit, p. 69, non dobbiamo essere sorpresi di trovare ampolle e vasetti ed alberelli, in camera d'una signora!
(5) Odofredo, p. 140; cfr. Salimbene, op. cit., p. 94.
(6) Parad. XV 121.
(7) E per qualche secolo ancora. Fr. Giordano, Prediche, p. 275: « Ed a' servi s'usava di metter catena e ferri in gamba, « ed ancora oggi si fa in molte parti ». — Conti di casa si trovano nelle ricordanze di mercanti, stampate in Arch. Star. Ital. T. VI, 1843, p. 5 e segg. Del resto, le leggi contro la schiavitù emanate dal Comune di Firenze sono del 1289 e 1297, ma non così radicali, come si potrebbe credere, e si crede sempre!
(8) Di leggi suntuarie non abbiamo penuria nel medio evo. Fra le più minute, si possono collocare quelle lucchesi: Bandi cit. p. 47 e segg.; Belgrano, op. cit., p. 200: Merkel, op. cit., p. 115-6. Vedi G. Villani, op. cit., X, 11; XII, 4: Sacchetti, Nov. 50, ecc. Cfr. Prediche, cit. p. 376-7.
(9) Sacchetti, Nov. 137.

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