Fontana delle Scimmie al Giardino di Boboli a Firenze.
L’assetto attuale della Fontana delle Scimmie risale alla prima metà del XIX secolo e include elementi realizzati da vari scultori in epoche diverse, utilizzando una varietà di materiali. Al centro della vasca, si erge una fontana in pietra serena e marmo bianco, sulla cui base sono collocate tre scimmie in bronzo, opere dello scultore vicentino Camillo Mariani (1567-1611). Queste curiose figure furono originariamente realizzate per il duca di Urbino, Francesco Maria II della Rovere, per una fontana di Villa Miralfiore a Pesaro. Dopo il matrimonio di Vittoria della Rovere con Ferdinando II de’ Medici, le scimmie furono portate a Firenze nella villa di Poggio Imperiale.
L'attuale sistemazione delle scimmie nella Fontana delle Scimmie risale presumibilmente al 1830, quando altre sculture furono trasferite nel Giardino di Boboli dalla villa medicea. Una quarta scimmia, con un piccolo in braccio, appartenente alla serie originaria che probabilmente ne contava cinque, è oggi al Metropolitan Museum di New York. Nel contesto del programma decorativo del duca di Urbino per la sua villa di Pesaro, le scimmie simboleggiano un inno alla libertà, un armonico rapporto con la natura e un naturalismo esotico, piuttosto che i soliti rimandi ai vizi o alla sciocca imitazione di suoni e gesti. Il fusto della fontana è attraversato da un foro per il passaggio delle tubature e sostiene un bacile, probabilmente un marmo di recupero, sul quale è montata una scultura raffigurante un putto pescatore, eseguita con ogni probabilità da Stoldo (1) o Antonio Lorenzi (2) nel Cinquecento. Per ragioni di conservazione, le sculture originali sono state recentemente sostituite da copie.
(1) Stoldo Lorenzi (1534-1583) è stato uno scultore e architetto italiano attivo nel periodo manierista. Lavorò principalmente a Firenze, contribuendo a diversi progetti per i Medici. Tra le sue opere più note, ci sono i lavori nel Giardino di Boboli e le decorazioni per la Grotta del Buontalenti.
(2) Antonio Lorenzi, anch'egli scultore e architetto manierista, è meno documentato rispetto a Stoldo. Operò principalmente a Firenze e fu noto per le sue sculture raffinate e dettagliate. Collaborò con altri artisti rinomati dell'epoca, contribuendo alla ricca tradizione artistica fiorentina del Cinquecento.
Era un eroe locale, salvò un bambino nel 1847. Il suo gesto generoso ha portato alla creazione di un fondo per aiutarlo in caso di bisogno.
.Una collocazione insolita L'Annunciazione trecentesca accanto al Campanile di Giotto:
"E così i buoni fiorentini, per andare a Prato, non inciampavan più nelle carote, nei broccoli o nei cavoli".
Lorenzo de' Medici, pur non avendo raggiunto tale carica, fu chiamato così per il suo ruolo di guida e influenza sulla città.