Piazza della Fonte nell'Antico Ghetto


GIUSEPPE CONTI RACCONTA: "piazza della Fonte"

[...] "Il Ghetto consisteva in due piazze: Piazza della Fraternità o Ghetto nuovo, e Piazza della Fonte o Ghetto Vecchio. Al Ghetto Nuovo si accedeva da Piazza dell’Olio. Nel Ghetto Vecchio si entrava da Via della Nave da un lato, e dalla Piazza del Mercato dall'altra. Un arco congiungeva le due piazze. Nel Ghetto Vecchio erano le "Cortacce" la località più lurida di tutto il recinto. Il sudiciume, conseguenza inevitabile dell'agglomerazione sforzata di troppa popolazione quasi tutta miserabile, rendeva quel soggiorno tristo, puzzolente e malsano." [...]
[...] "In Piazza della Fonte intorno al pozzo, c'eran quelli che abbrustolivano sui fornelli i ceci e i semi di zucca; fra questi c'era un vecchio famoso per friggere le ciambelle, che anche i cristiani i quali attraversavano il Ghetto per far più presto, compravano ai loro ragazzi che ne erano ghiottissimi.
Era rinomato fra i venditori di quel luogo un certo Leone, che vendeva i polli e la tacchina scannati secondo il rito ebraico: ma egli non era rinomato per questo: sibbene per essere un sensale di cavalli conosciutissimo, ed era, a quei tempi, l'unico ebreo che maneggiasse i destrieri.
Era curioso il veder la mattina molti di cotesti ebrei con la balla legata dietro le spalle che uscivano di Ghetto a due e tre per volta per andare per la campagna o per le case a vendere la ghinea, la tela d'Olanda, le pezzuole d'Aleppo, e il cambrì. La maggior parte di essi facevan a credenza ed avevan le loro case fisse, ove vendevano a un tanto la settimana. E se non era puntuale l'avventore, era puntuale l'ebreo d'andare a riscuotere i denari!" [...]

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