Inondazione a Firenze del 1864

Inondazione a Firenze del 1864


Olio su tela dell’alluvione del 1844 al canto degli Alberti.
Immagine tratta dal sito dell’Archivio Storico del Comune di Firenze


 
Prefazione da "inondazioni a Firenze" del 3 e 6 novembre 1844 e 1864, Firenze, 1864
Vent'anni e tre giorni erano ornai decorsi dacché l'Arno, meno qualche minaccia o lieve rigetto di acque, non aveva furiosamente inondalo Firenze. Ma in quest' anno, sul declinare d'Ottobre, essendo incominciate pioggie dirotte da un' estremità all'altra della Toscana, e non avendo cessato un sol giorno di cadere, presto ne furono ripieni fossi, fiumi e torrenti. La mattina adunque del sei Novembre, primo straripava il Mugnone, il quale estendendosi per le campagne, cui arrecava gravi danni, si versava poi in Firenze per le porte di Pinti e S. Gallo, allagando di poco però le vicine vie (1). L'Arno ingrossato tutto il giorno e nella sera del sei, verso le undici allagava i luoghi più bassi della città, onde alle porte di S. Niccolò e della Croce fu necessità abbassare le cateratte, avendo l'acqua incominciato ad irrompere. I'Arno crebbe dalle undici da sera della Domenica, alla mattina del Lunedì, ma verso le ore una pomeridiana del sette era già in decrescenza; per lo che l'ingrossamento non durò più di dodici ore.
Poche furono le vie inondale, e per breve spazio ed a poca altezza, tanto che la stessa mattina del sette al mezzo giorno potevasi aggirare nè luoghi stati coperti dall'acque, com'io potei visitare non temendo del fango. Le vie allagate furono solo quelle di Borgo S. Iacopo, S. Frediano sino alla porta S. Niccolò, via delle Torricelle, Corso de' Tintori, e dalle logge del Grano (2). I danni adunque sofferti in Firenze dalle oflicine e dalle abitazioni sono ben lievi, e non paragonabili con quei arrecati dall' inondazione del 1844, poiché nelle vie di poco si elevarono le acque. Nelle poche ore in cui era impossibile tragittare, o per il fango rimasto o per l' acqua, il municipio aveva preparato alcune barche e delle carrozza, nelle quali si trasportavano le persone alle abitazioni e si provvedevano di alimenti. Non poche famiglie però avevano già acquistali i generi necessari alla vita, e si erano procurata acqua potabile, poiché quella de' pozzi per la torbidezza era resa inservibile.
Vogliono i giornali che l'elevatezza dell'acque nel fiume, e noi lo abbiamo costatato, sia stata di molto maggiore di quella del 1844, confessando però che il disastro in città e stalo di gran lunga minore (3); poiché l'inondazione nelle poche vie fu quasi momentanea, e di poca altezza. Più innanzi diremo a chi vadasi debitori di questa ventura.
Non così perù è avvenuto disgraziatamente nella campagna, ove i mali sono stati immensamente più generali e più gravi di quelli del 1844. Non vi è slato borgo, non castello, non terra, benché piccola, le quali non abbiano sofferto perdite incalcolabili di bestiame, di raccolte, non abbiano veduto rovine di ponti, di muri, ed anco d* intere abitazioni.
A S. Donnino a Brozzi l'acqua invase i primi piani delle abitazioni, il villaggio delle Sieci fu intieramente inondato, il Bisenzio allagò Prato, il Mugello era in molti luoghi sotto acqua; fossi, fiumi e torrenti strariparono e ruppero argini, nuocendo grandemente anco alle vie ferrate, le quali furono costrette a sospendere le loro gite. Questa, in brevi parole, è la descrizione della inondazione, di cui non ha guari fummo testimoni, e della quale molte disgraziate famiglie risentiranno per del tempo i danni.


(1) Gazzetta di Firenze n. 8.
(2) Nazione.
(3) Niun giornale ci ha detto però di quanto fosse maggiore. Eppure il governo Granducale aveva collocato un' idrometro sceso il Ponte a S. Trinità, sul convento della Missione, in cui è segnala l'altezza della inondazione del 1844

 
 
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