Dialogo fra due beceri

Dialogo fra due beceri
tornati a Firenze dopo fatto il centro nuovo.

Caro Lettore
 

Luigi Del Sere, artista comico

Se pubblico quest'accozzaglia di rime strampalate, non lo faccio per credermi né darmi l'aria di poeta, ma solo per ricordare agli amici che in questo mondo ci sono io pure; ed essendo amante della poesia, mi sono azzardato, dirò così, a scimmiottare qualcosa in vernacolo fiorentino, cercando di scacciare la noia che ogni tanto mi prende. Se non sarò riuscito... pazienza! anderò a piangere in cantina.

Ti saluto caramente.
 


 

1. Nanni. - Da' retta, porco mondo, che laori 
Che gli hanno rivogato ni' mercato! 
E dir che prima e' c'era i pomidori,
Le patate, le tinche ed il castrato;
E proprio li 'n doe c'è qui finestrone,
C'era Carciofo a vendere il montone.

2.

Bobi. - Ma chi se ne ricorda di' preciso?
Di' Barba, Beppe, e poi de' Contadini?.
E' ci s'andava sempre per il riso.
La trippa e zampa e per gli stufatini;
E laggiù in doe si vede que' cantoni
Ci s'andava a sgrifare i cannelloni.

 

3.

Nanni. - qui' quadrato in dove e' era il Ghetto,
Che ti par poco bello, mondo cane?
Ma guarda anco quest'altro di prospetto.
Io la mattina ci compravo il pane!
Bobi. - via degli Speziali la un e' è piue?.
Io ci rimango, vah, vero Gesue!.

4.

Nanni. - T'ha guardar quella loggia, Dio benino,
L'era la loggia delle Pescherìe.
Bobi. - Va' ia, va' la costìe, ti do un nocchino!
Se tutt'i pesci gli vendean quìe.
Nanni. - Che lo vo' dire a me, madonna bona.
Ci vendevo i' migliaccio e la pattona?

5.

Nanni. - Ma guarda là che genere di tipo,
Che palazzo a rondò che gli hanno fatto.
Quello può dir davvero: "I'me l'impipo!"
Anche quell'altro che glie lì a contatto.
Bohi. - Sant'Andrea un c'è più? San Pierino?
Nanni. - E' sarà andaco a ber da issu' cugino.

6.

​Bobi. - Ma guarda che disfatta! la colonna,
Mi dici in doe l'avranno trasportata?
In quarche chiesa per quarche madonna,
chi sa forse che la un sia spezzata.
Nanni. - Poi' esser anco, per voler far lesto
A trasportarla, e' l'abbin messa a i' presto!

7.

Bobi. - gira un po' l'occhio e guarda un poco
Se questo un si può dire una bellezza!
Bobi. - Un lo veggo... lo sai, ci vedo poco.
Namii. - T'un lo vedi, zuccone? unn' è sua altezza.
Bobi. - Che voi eh' i' vegga, se ci ho le barelle?
Nanni. - unn' è il gran re Vittorio Emanuelle?

8.

Bobi. — Madonna santa, che cavallo grosso!
Pare un di quelli che gli ha il Mantellini.
Glie fatto bene, ma glie poco mosso.
Per questo ci voleva il sor Cellini;
Ti par se e' era luì, qui' talentone.
Gli volesse appioppar qui' lucernone?




9.

Nanni. — Un ti dirò che un sia un bel monumento.
Ma mi par troppo grave, troppo peso.
Forse gli avranno fatto per il vento.
Se tira forte, un caschi giù disteso.
Ma glie bello però, per più maniere.
Per le su' forme e per le vene artere.

10.

Bobi. — La faccia un ti dirò, l'è somigliante.
Ma il pizzo gli ha un so che di spazzolino.
Nanni. — Ma chetati costìe, vero ignorante!
Che credi l'abbia fatta un imbianchino?
Bobi. — Di certo, un me n'intendo, avrò sbagliaco.
Ma a me mi pare troppo rincarcaco!

11.

Nanni. Insomma e' ci sta bene, e questa base
L'adorna e lo sorregge proprio a volo; 
E lascia che finito sia le case.
Levato da' corbelli quel chiassolo,
Allargato quest'altro, e Parco aperto,
Un centro eguale non lo trovi al certo.

12.

Se i broccoli e' potessin favellare.
Le patate, i fagioli e l'insalate,
N'arebbon tante mai da raccontare,
Degl'intrighi che e' era e birbonate;
Rimarrebber di questo pulimento,
Ni' vede' queste case e i' monumento.

13.

Poi' esser, ma la sora Cavolaia,
Col palazzo notturno e i trabocchetti,
L'ha preso di sul ponte alla Carraia,
E l'è scappata là di via Sassetti...
Ci hanno rifatto una gran casa nova,
E non c'è più nemmen piazza dell'Ova.

14.

Guarda il Diavolo (1) l'hanno rispettato,
Lui che gli avea i' posto nell'inferno;
Però, te t' n lo sai, che Dio beato.
Lui gli ha più anni che unn' ha il Padre eterno?
Che credi che sia un diavolo cattìo?
Tu n'aresti bisogno, o Bobi mio!
Se si vedon loggiati e tagliature.
Archi, colonne, gran negozi e vie,
Restauri, novità, allargature,
Torri e balconi, sarti e mercerie;
Gambrinus, Trianon, giuochi, rintuzzi,
Tutto si deve al sindaco Peruzzi!
 

(1) Antica statuetta in bronzo, sul canto detto dei Diavoli.

 

Francesco Dani, Il libro per ridere; burle, curiosita del mondo, motti, racconti allegri, passatempi di famiglia, dettati e frizzi popolari, Firenze, A. Salani, 1909

Altri articoli
Un filosofo in erba di Carlo Collodi
Un filosofo in erba di Carlo Collodi

Quanto al giardinetto, pare un giardinetto vero e proprio; ma, invece, è una felice imitazione del vero. Pochi fiori artificiali... di Carlo Collodi

Arco della Costa Scarpuccia
Arco della Costa Scarpuccia

La scaletta, sotto il tabernacolo, fu sostituita da un terrazzino.

Il tunnel dimenticato/7
Il tunnel dimenticato/7

La nostra indomita famiglia scopre segreti sotto Firenze, sfida una società segreta e trova alleati per rivelare la verità storica nascosta.

Una riflessione in Fiacres!
Una riflessione in Fiacres!

Collodi descrive i primi viaggiatori-pionieri di un mondo che cambia alla velocità di una macchina a vapore. Un viaggio nell'Ottocento toscano sospeso fra tradizione contadina e progresso avanzante.