Gergo della Malavita Fiorentina
Divertenti parole, alcune sparite dal vocabolario del fiorentino parlato, usate dalla malavita fiorentina fra l'Ottocento e il Novecento
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Tratto da: Alberto Menarini, Contributi gergali, Milano 1959.
“… Nei riguardi lessicali, invece, bisogna anzitutto ch’io avverta come la difficoltà di scevrare le voci funzionalmente gergali
dalle innumerevoli basse o triviali, sia sempre la prima a presentarsi e l’ultima a risolversi nel nostro campo…. Riaffermerò solamente
che questa discriminazione è sommamente difficile per chiunque, anche linguisticamente preparato, non sia originario
della località interessata e non faccia uso continuo e diretto del suo dialetto; e non è facile nemmeno per gli altri.”
Raccontini esilaranti di persone comuni durante lo spostamento della Capitale d'Italia da Torino a Firenze. Considerazioni amare di persone che vedono più gli svantaggi che i vantaggi per l'arrivo degli "stranieri".
Novelle fiorentine su potere, burla, giullari. Aneddoti su Bernabò Visconti, Guglielmo di Castelbarco e altri illustri dell'epoca.
Lorenzo e Giuliano di Pietro di Cosimo il Vecchio sarebbero sepolti in quella urna fatta fare da loro al padre.
La sua vasta produzione teatrale fu in massima parte legata alla scena fiorentina, sulla quale si impose come uno dei più interessanti esponenti.