Mulini, gualchiere e siccità

Lungo il corso dell'Arno, nel corso dei secoli, si svilupparono molteplici attività economiche che sfruttavano la risorsa idrica per vari scopi. Tra le principali infrastrutture che sorsero accanto al fiume vi erano i mulini ad acqua, le gualchiere e gli impianti per il lavaggio dei panni. Queste strutture erano essenziali per la vita economica e quotidiana della città di Firenze e delle zone circostanti.
I mulini ad acqua, in particolare, costituivano una delle risorse più preziose per la produzione di farina. Alla fine del XVIII secolo, si contavano 14 mulini lungo l'Arno, situati in località come Remole, Candeli, Rovezzano, e altri. Questi mulini sfruttavano la forza dell'acqua, incanalata attraverso gore o grazie alle pescaie, per azionare le macine. Le gualchiere, invece, erano strutture industriali dedicate alla lavorazione della lana. In queste costruzioni, le stoffe venivano battute e ammorbidite tramite processi di follatura, sfruttando anch'esse la forza dell'acqua. Le gualchiere di Remole, Quintole e del Girone erano particolarmente famose e hanno lasciato un segno importante nella storia economica della regione. Con l'avvento della rivoluzione industriale e l'introduzione delle macchine a vapore, queste attività tradizionali iniziarono a declinare. Tuttavia, nel XVIII e XIX secolo, la gestione delle risorse idriche dell'Arno rimase cruciale per il funzionamento di queste infrastrutture. Periodi di siccità potevano compromettere seriamente l'operatività dei mulini, e per questo motivo la Comunità era spesso costretta a intervenire, regolando l'apertura delle cateratte per aumentare la portata dell'acqua.
Oltre a queste attività economiche, l'Arno svolgeva anche un ruolo importante come via di comunicazione e trasporto, prima della costruzione dei numerosi ponti che oggi attraversano la città. Lungo le sue rive si svolgevano inoltre importanti manifestazioni e feste cittadine, confermando il ruolo centrale del fiume nella vita sociale e culturale di Firenze.


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