Palazzo Valori o dei Visacci
Il Palazzo Valori in Borgo degli Albizi 18 venne edificato originariamente intorno al 1400 per la famiglia degli Albizi, ma quando Rinaldo degli Albizi venne esiliato, il palazzo venne confiscato e venduto successivamente alla famiglia Valori, in questo caso a Baccio Valori il giovane [1]. Il palazzo assume l'aspetto che ancora oggi possiamo ammirare, soprattutto conosciuto per le sue quindici erme [2] impresse nel palazzo ed ai piani superiori. Esse vennero realizzate dallo scultore Giovan Battista Caccini con la tecnica dello stiacciato (1660-1664).
Baccio Valori il giovane fece realizzare in marmo gli illustri personaggi ma solo per un mondo culturale accessibile agli umanisti e non essendo comprensibili alla maggior parte dei fiorentini presero a chiamarlo "Palazzo dei Visacci".
All'esterno:
La piccola lapide sulla facciata, sotto una finestra del piano terreno (posta dallo stesso Baccio Valori, trascritta da Francesco Bigazzi, restaurata nel 1912 e oramai solo in parte leggibile), indica invece il luogo dove, secondo la tradizione, San Zanobi avrebbe operato il miracolo della resurrezione di un fanciullo morto, figlio di una nobil donna francese [3]: oggi trascurata, la memoria segna in realtà un fondamentale luogo della religiosità fiorentina, come ampiamente documenta la letteratura sette ottocentesca.
Interno del Palazzo:
Il primo piano oggi appartiene alla loggia massonica del Grand'Oriente d'Italia
Sul pianerottolo possiamo ammirare alcuni stucchi di Giovan Martino Portogalli, che decorano l' ingresso per arrivare al piano nobile del palazzo. La loggia massonica dispone di sei templi, tra i quali spicca uno ricavato nell'ex alcova dove possiamo sempre ammirare stucchi del Portogalli e pitture di Andrea Landini.
Anche la sala maggiore e la galleria presentano affreschi. Nella galleria è presente un'apoteosi della famiglia Altoviti, dove abbiamo un ritratto di Francesco Guicciardini.
[1] Baccio Valori, letterato, umanista, mecenate, politico e condottiero detto Baccio anche lui come il suo antenato
[2] L'erme di palazzo Valori:
I 5 ritratti più bassi hanno nomi, una breve descrizione e la data:
Accursio , giureconsulto, anno 1227 (autore delle Glosse, ovvero i commenti al Corpus Iuris Civilis di Giustiniano ).
Pietro Torrigiano Rustichelli detto de' Valori, 1290 (monaco certosino e glossatore di Galeno)
Marsilio Ficino anno 1480 (letterato e filosofo)
Donato Acciaiuoli anno 1470 (matematico e filosofo)
Piero Vettori anno 1260 (filosofo)
Al secondo e terzo piano invece, senza targa, compaiono i seguenti ritratti:
Amerigo Vespucci
Leon Battista Alberti
Francesco Guicciardini
Marcello Virgilio Adriani
Vincenzo Borghini
Giovanni della Casa
Giovanni Boccaccio
Dante Alighieri
Francesco Petrarca
Luigi Alemanni
[3] La targa, dopo l'iscrizione in greco, recita in latino:
B. Zenobius puerum sibi a matre gallica Roma eunte
Creditum atque interea mortuum dum sibi urbem
Lustranti eadem reversa hoc loco conquerens
Occurrit signo crucis ad vitam revocat
An. Sal. CCC
Traduzione:
"Con Dio. San Zanobi nell'anno di grazia 400 richiamava in vita con un segno di croce un fanciullo che gli era stato affidato dalla madre gallica in viaggio per roma e che nel frattempo era morto. [Lo risuscita] al momento in cui, mentre sta percorrendo la città, la madre, di ritorno, gli si fa incontro in questo luogo per richiedergli il bambino".
Un luogo dove lo spettacolo non finisce mai e l'emozione è sempre presente.
Un palazzo eretto su committenza di Orazio Rucellai nel 1578, trasformato nel corso dei secoli.
Questo palazzo mescola stili e epoche, con elementi dal Cinquecento al Quattrocento. La sua costruzione fu motivata forse da interessi privati.
L'edificio, situato nell'area dell'antico teatro romano, venne costruito per ospitare il tribunale di Mercatanzia nel 1359.