Nell'era etrusca
L'insediamento etrusco nella città di Arezzo sorgeva dove oggi si trova la parte più antica della città, risalente al VII - VI secolo a.C. È agli etruschi che dobbiamo il nome della città: Aritim (successivamente trasformato dai Romani in Arretium).
Un'icona dell'Arezzo etrusca, ancor oggi simbolo della città, è la Chimera, una creatura mitologica con corpo e testa di leone, coda di serpente e testa di capra sulla schiena. Questo straordinario ritrovamento avvenne nel 1553, durante i lavori di ristrutturazione delle mura difensive, su ordine del Granducato di Toscana. La scultura bronzea fu immediatamente trasferita a Firenze su richiesta di Cosimo I dei Medici e ora risiede nel Museo Archeologico della città. Una copia identica è esposta nei giardini di fronte alla stazione ferroviaria di Arezzo, mentre un'altra, più piccola, si trova dentro la Porta di San Lorentino, il luogo del ritrovamento. Sebbene alcuni dubitino della sua origine etrusca, suggerendo invece una commissione greca, la Chimera è considerata un'opera del periodo etrusco. Nelle vicinanze di Arezzo, durante l'era etrusca, erano attive miniere di ferro e vari minerali, contribuendo alla ricchezza dell'insediamento, che divenne una delle dodici "lucomonie" (1) etrusche, con una magistratura di potere regale.
(1) Lucumone (dal latino Lucumo-onis, forma latinizzata di una parola etrusca) è il titolo etrusco equivalente al latino "rex", spesso presente in iscrizioni etrusche e latine. Ciascuno dei distretti governati da un lucumone.
Il Comune di Cavriglia e gli abitanti del luogo mantengono viva la memoria, sperando nel recupero del borgo.
La città è ricca di storia e arte, conserva antiche mura e monumenti, le valli circostanti offrono castelli, borghi e storia etrusca.
Ogni bassorilievo del pulpito ci svela i misteri della fede cristiana attraverso la cura ossessiva per ogni particolare.
Gregorio XVI e Pio IX gli conferirono incarichi importanti, tra cui quello di patriarca latino di Antiochia.