La Monumentale Croce Dipinta
La monumentale croce dipinta, proveniente dal convento di San Niccolò al Carmine, fu depositata dal Comune di Siena presso il Regio Istituto di Belle Arti di Siena nel 1862. Da allora, fa parte della collezione della Pinacoteca Nazionale.
La croce fu realizzata intorno al 1328-1330, durante i lavori di rifacimento della chiesa del Carmine, finanziati anche dal governo dei Nove. In questo periodo, il convento del Carmine fu rinnovato con diverse opere, tra cui il grande Polittico dei Carmelitani, realizzato da Pietro Lorenzetti, fratello di Ambrogio, anch'esso conservato in Pinacoteca (sala 7).
La datazione dell'opera è confermata dallo stile, che si inserisce nell’attività giovanile di Ambrogio Lorenzetti (Siena, 1290 circa – Siena, 9 giugno 1348). La croce mostra ancora influenze della pittura giottesca, ma rivela già il gusto raffinato del maestro, visibile nella decorazione a punzoni del tabellone e dell’aureola. Il volto di Cristo, con il naso dritto e gli occhi allungati, richiama le figure degli affreschi della sala capitolare di San Francesco.
La croce, sebbene mancante di alcune parti, si inserisce tra le croci dipinte a Siena tra Trecento e Quattrocento, caratterizzate da complessi lavori di carpenteria e terminazioni a poligoni stellati. Ambrogio Lorenzetti affina il canone gotico, mostrando un interesse per l’osservazione della realtà. Questo si nota nella rappresentazione delle venature del legno della croce, un dettaglio realistico che sostituisce la solita campitura blu.
La figura del Cristo è un esempio della suprema abilità di Ambrogio nella resa degli elementi naturalistici. L'anatomia del corpo è studiata con attenzione, con un chiaroscuro dolcemente sfumato che descrive le fasce muscolari e sottolinea i punti d’ombra. Il contrasto tra la carnagione chiara e il rosso brillante del sangue è reso con sottili pennellate morbide. La barba e i capelli castani di Cristo incorniciano il volto, mostrando l’ultimo momento di dolore prima della rassegnazione alla morte. La testa reclinata in avanti, l’aureola a rilievo e le labbra velate da un riflesso cianotico donano alla figura uno sguardo di commuovente umanità.
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