L'Ulivo della Strega
Nel cuore di Magliano in Toscana, vicino alla chiesa della Santissima Annunziata, si trova un ulivo millenario, ancora rigoglioso e produttivo, che è l’orgoglio della comunità locale. Questo albero antico porta con sé una storia ricca e complessa, che risale ai tempi del paganesimo, quando era considerato sacro e adornato con offerte votive. Con il passare del tempo e il cambiamento delle credenze, l’ulivo ha visto la sua importanza spirituale diminuire, ma non ha mai cessato di essere un simbolo significativo per la comunità.
Durante l’epoca cristiana, l’albero fu costretto a produrre baccelli per convertire un giocatore disperato e bestemmiatore, allontanando così il vecchio dio capripede. Nonostante le difficoltà, l’ulivo ha continuato a prosperare, testimone silenzioso dei cambiamenti storici e culturali della città.
Sotto il regno di Elisa Baciocchi, l’ulivo ha visto un rinnovato interesse. Tuttavia, le nuove generazioni hanno dimenticato la sua sacralità e hanno iniziato a raccontare leggende spaventose su incontri diabolici sotto i suoi rami contorti, chiamandolo l’ulivo della strega.
Nonostante tutto, l’ulivo continua a svolgere il suo ruolo nella comunità, producendo frutti ogni stagione e rimanendo un simbolo di resistenza e longevità. La sua esistenza millenaria gli ha insegnato la pazienza e la saggezza, permettendogli di osservare con serenità i continui cambiamenti degli uomini dalla vita breve.
Nel 1823 l'edificio venne privato della porzione che inglobava la volta detta dei Pizzicotti.
La Miniera era attiva dal XV al XVII secolo e vide l’interesse dei Medici. Nonostante tentativi di riavvio, i risultati furono scarsi.
Tanti anni fa, era il 1998.
A Firenze, si svolgeva una cerimonia in onore di San Giovanni, con l’offerta di ceri e la venerazione delle sue reliquie.