Metropolitana illustrata, prima parte

Metropolitana illustrata
Descrizione e spiegazione delle tavole
Prima parte
 

“Braccio Fiorentino”, una unità di misura utilizzata in passato in Toscana e in altre parti dell’Italia. Questa unità di misura è equivalente a un piede, nove pollici e sei linee del Piede di Parigi. Gli autori toscani, e in particolare i fiorentini, hanno spesso preferito questa misura a qualsiasi altra, anche se più diffusa. Questo è dovuto a una certa vanità nazionale, derivante dal fatto che il Braccio Toscano conserva la misura adottata dai Romani per tutte le popolazioni sottomesse, cioè l’antica e originale misura italica conosciuta come Piede antico Romano. Per maggiore comodità, questa misura è stata raddoppiata, quindi due dei detti piedi compongono il moderno Braccio Toscano.

(a) Braccio fiorentino 0,5836 mt. A causa del metodo inappropriato utilizzato nelle province toscane nel 1808 e a causa dell'impossibilità di reperire tutti i campioni originali, nel 1877 venne stabilito di utilizzare per le unità toscane i valori del 1808 però in forma approssimata.
 
Tavola I
Pianta della Piazza ov'è situata la Metropolitana,
ed il Tempio di San Giovan Batista.

Parte prima
Parte seconda


La piazza è circondata da pozzi progettati da Arnolfo per proteggere la struttura dai terremoti, poiché si credeva che fossero causati dalle acque sotterranee.

La piazza è stata ampliata più volte nel corso degli anni. Nel 1225, un antico ospedale di San Giovanni fu demolito per ampliare la piazza. Nel 1298, fu emanato un decreto per ampliarla ulteriormente. Nel 1336, fu acquistato un terreno da Andrea di Ubertino Strozzi per lo stesso scopo. Nel 1337, furono acquistati due edifici da Giovanni di Messer Ruggiero Adimari e un terreno dai figli di Baldo di Messer Talano della Tosa. Nel 1338, fu acquistata una casa da Ugolino e i suoi fratelli, figli di Martello Spadajo.

Nonostante questi ampliamenti, la piazza rimane molto stretta su tutti i lati. Alcuni anni fa, fu proposto un progetto per aumentare notevolmente la piazza sul lato ovest, ma nonostante l’approvazione, il progetto non è stato realizzato.

 

 

Tavola II
Pianta del Tempio di Santa Maria del Fiore, o
Metropolitana di Firenze
 

la pianta della Metropolitana di Firenze, divisa in tre parti: l’ambulatorio e due portici spaziosi. Queste tre parti vengono chiamate volgarmente “navate”. La navata centrale è larga 28,6 braccia, mentre le due laterali sono larghe 13 braccia, escludendo i pilastri intermedi che sono larghi 4,5 braccia. Pertanto, la larghezza interna totale dell’edificio è di 67 braccia e 2 soldi.

La lunghezza dell’edificio, dalla facciata all’ultima cappella, è di 260 braccia e 18 soldi, compresa la spessura del muro che è di 3 braccia e 18 soldi. L’intero spazio occupato dal tempio ammonta a circa 22.118 braccia quadre.

Dietro ai due pilastri tra la tribuna centrale e quelle che formano la croce, sono state ricavate due sagrestie con scale a chiocciola che conducono agli organi e continuano fino alla prima ringhiera. Altre scale servono per salire al ballatoio interno ed esterno della chiesa.

La chiesa ha sette porte: tre nella facciata principale e due per ciascuno dei lati. Il pavimento è realizzato in marmi antichi e moderni ed è molto bello sia per i diversi colori che per l’eccellenza del disegno.

 


Parte prima
Parte seconda


Tratto da La Metropolitana fiorentina illustrata, Firenze, G. Molini, 1820
 

(1) In una minuta dei seguenti pareri, egualmente esistente nei miei fogli MS. riguardanti il medesimo affare, trovo la seguente intitolazione dalla quale rilevasi che il disegno di tre ordini, che vien citato per quello dell'Accademia, è di Baccio del Bianco, e che quello di cui si prese cura Giov. Batista Pieratti, o non fu altrimenti eseguito, o venne rigettato non trovandosi più citato. L'Intitolazione è la seguente:
"Gli infrascritti sono i pareri di più Accademici chiamati dall' Illustrlss. Sig. Giuliano Bagnesi in questa parte L. T. di S. A. S. nell'Accademia del disegno sotto il di 8 Marzo 1635, circa il disegno di tre ordini della facciata del Duomo fatto in nome dell'Accademia per mano di Baccio del Bianco, et i pareri anco dei medesimi dopo aver visto sotto il di 10 detto altri due Disegni fatti, uno del Sig. Cav. Passionani di due ordini, e l'altro fatto dal Sig. Cav. Radii di tre ordini doppio. „ Poi segue: Il Sig. Piero de' Medici è di parere, che il Disegno fatto dall'Accademia vada avanti , e dopo aver'visti gli altri due disegni si conferma nel suo primo detto, che si deva fare quello dell'Accademia". Negli altri pareri che seguono vi è poca diversità.
(2) Nella detta minuta trovo "Siccome han fatto Bernardo (Buontalenti) , l'Ammannato, et altri Architetti antichi, e dopo aver visto gli altri, si conferma nella sua opinione".
(3) Di queste di lui avvertenze ne tratteremo più a basso.
(4) Notisi che questo è l'Autore del disegno dell'Accademia, e nella citata minuta trovo: "Baccio del Bianco dice, che quello dell'Accademia gli piace più di qualsivoglia altro, e che è il più proporzionato per la facciata".


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