Ospitalità Attraverso i Secoli

 

Storia degli Alberghi a Firenze: dal passato romano ai tempi quasi moderni
 

Nel corso delle civiltà antiche, quando i viaggiatori e i pellegrini cercavano un luogo per riposarsi temporaneamente, l'ospitalità veniva principalmente offerta da famiglie private e istituzioni religiose. Anche a Firenze, chi arrivava in città aveva la possibilità di trovare accoglienza nelle dimore delle famiglie più importanti. Tuttavia, fin dai tempi dell'antica Roma, esistevano anche alberghi di cui è giunta traccia fino a noi. L'ampia rete alberghiera fiorentina odierna ha radici in quest'antica tradizione.
La parola "albergo" ha origini gotiche, derivando dalla parola "haribairg," che significava "alloggiamento militare." I Romani utilizzavano termini come "hospitium," "caupona," o "deversoriu" per descrivere luoghi simili, ma questi erano spesso semplici e modesti, con arredi scarsi. Erano situati vicino alle porte delle città o lungo le strade principali.
Anche nella Firenze romana, all'uscita della porta Nord, conosciuta come "contra Aquilonem," c'era l'Hospitium Martis, così chiamato in onore della divinità pagana Marte, il cui tempio si trovava nelle vicinanze. Questo albergo, come dimostrano i ritrovamenti degli scavi del XIX secolo, aveva anche un piccolo stabilimento termale.
Tuttavia, dopo la caduta dell'Impero Romano, gli alberghi privati scomparvero a causa delle incursioni barbariche che resero poco sicure le campagne e le città. L'ospitalità divenne quindi un compito esclusivo delle istituzioni ecclesiastiche, dando origine agli ospizi o xenodochi, dove venivano accolti i pellegrini. Il xenodochium fiorentino più antico di cui abbiamo documentazione risale all'IX secolo ed era destinato ai pellegrini francesi diretti a Gerusalemme. Si chiamava "di San Remigio" ed era situato tra via Vinegia e via de' Rustici nel quartiere di Santa Croce, dove oggi sorge solo la chiesa che porta il suo nome.

Solo nel basso medioevo riapparvero in città alberghi gestiti da privati. Erano conosciuti come "hosteriae" o "hospitia" e consistevano in grandi stanze utilizzate sia come sale da pranzo che come dormitori. Alcune di queste hosterie avevano anche camere riservate per nobili, cavalieri e prelati.

Fu nel XIII secolo che emersero a Firenze le prime osterie, luoghi dove il popolo poteva incontrarsi, mangiare e bere. All'inizio del XIV secolo, le osterie cominciarono a offrire alloggi con letti per i viaggiatori. Tra le prime osterie, due avevano lo stesso nome: Osteria del Fico. La più famosa delle due si trovava nel Chiasso degli Agolanti (oggi Via del Campanile, ma conosciuta anche come Via della Morta), ed era nota per la pulizia e il buon cibo.

Via delle Belle Donne un tempo si chiamava via di Trevigi, forse in riferimento a tre teste di statue romane provenienti dal vicino Circo Massimo e murate come decorazione sulla parete esterna di un'antica osteria.
Nel tardo XIV secolo, nacque l'Albergo del Cammello o di Porta Rossa, situato nell'omonima via, che esiste ancora oggi. Nel 1386, Francesco Datini, un famoso mercante di Prato, menzionò l'albergo in una sua lettera. Datini era noto anche per essere stato uno dei primi ad utilizzare la cambiale. Fu solo nel basso medioevo che molte osterie si trasformarono in veri e propri alberghi, gestiti da famiglie iscritte all'Arte degli Albergatori, una delle Arti Minori più numerose e ricche.

Tra gli alberghi più antichi di Firenze troviamo anche l'Albergo della Corona, situato tra Borgo degli Albizi e Via dell'Oriolo in un edificio di proprietà dei Buonafede. Nel 1427, l'albergo era affittato a Ambrogio di Giovanni, detto Romanello, per 180 fiorini all'anno. Giovanni Buonafede, il proprietario, affermava che il canone di locazione non era sufficiente "per le spese necessarie al mantenimento di una struttura così grande, che richiedeva costantemente lenzuola e biancheria...".
L'Osteria del Leone Bianco, che divenne un albergo alla fine del XV secolo, si trovava nella piccola Piazza delle Oche. Nella Via di S. Romeo, ora Via de' Neri, c'erano l'Albergo di Santo Noferi e quello del Guanto. In Via Guicciardini, al di là dell'Arno, si trovava l'Albergo dell'Ossa, gestito dalla famiglia Bizzini.

Verso la fine del XV secolo e nei primi anni del XVI secolo, il numero di alberghi e osterie diminuì, e molti di essi smisero di offrire alloggi, trasformandosi in trattorie. Una di queste, famosa con il nome di Albergo dell'Aquila, diventò celebre perché frequentata da intellettuali italiani e stranieri.

Verso la metà del XVII secolo, la parola "turista" cominciò a essere utilizzata quando l'inglese Richard Lassels pubblicò la sua guida "Viaggio in Europa," introducendo il termine "grand tour" per descrivere l'esperienza culturale necessaria per le persone istruite. Gli aristocratici, spesso accompagnati dai loro tutori, giungevano sempre più numerosi a Firenze, attratti dall'arte, dalla bellezza del paesaggio e dalla maestosità di eventi come la Corsa dei cocchi in Piazza S.M. Novella. Questo aumento del turismo rese necessaria una sistemazione alberghiera molto diversa da quella del passato. In risposta a questa crescente domanda, sorsero nel XVII secolo due eleganti alberghi in Piazza Signoria: La Campana e Il Cupido.

Avvicinandoci ai tempi moderni, nel XVIII secolo, in Borgo Ognissanti, c'era l'Hotel dell'Aquila Nera, frequentato da musicisti e attori. Qui, nel 1770, soggiornò Wolfgang Amadeus Mozart da bambino, accompagnato dal padre in cerca di lavoro. Vicino a Borgo Ognissanti, c'erano l'Hotel de la Ville e l'Italie, che nel 1927 diventarono l'Hotel Excelsior Italie.
Nella guida di Firenze di Federico Fantozzi del 1842 e in guide successive del XIX secolo, erano già presenti molti degli alberghi attuali, una vera e propria rete alberghiera, specialmente lungo l'Arno e nel centro storico. Alcuni degli alberghi più famosi includevano l'English House in Via Cerretani, che in seguito divenne l'Hotel York; l'Hotel delle Quattro Nazioni sul Lungarno Corsini, di cui l'edificio fu acquistato da Luigi Bonaparte, già Re d'Olanda; il Grande Hotel dell'Arno sul Lungarno Acciaiuoli, che ottenne l'aggettivo "Reale" dopo il soggiorno della famiglia reale di Serbia. L'Hotel Berchielli, ancora situato sullo stesso lungarno, ospitò il musicologo e scrittore francese Romain Rolland, vincitore del Premio Nobel per la Letteratura nel 1915.
In Piazza Goldoni, con vista sui lungarni, c'erano l'Hotel Bristol e il Grand Hotel de New York. L'Hotel Europe era ubicato nel palazzo Spini-Feroni, che ospitò lo Zar di Russia e il Metternich. Il palazzo Brunelleschi, che ospita l'Hotel Brunelleschi, un tempo fu la Torre della Pagliazza, utilizzata come prigione. Le pareti esterne dell'antica osteria vennero murate per diventare un albergo a quattro stelle.
In Piazza San Firenze, all'angolo tra Borgo dei Greci e Via dei Leoni, si trova l'Hotel Bernini, noto precedentemente come Hotel Parlamento. Durante il periodo in cui Firenze fu capitale d'Italia, questa struttura accoglieva deputati provenienti da diverse regioni italiane. Nella stessa Piazza Ognissanti, c'erano l'Hotel de la Ville e l'Italie, che nel 1927 diventarono l'Hotel Excelsior Italie.
Il Grand Hotel si trovava nel lato ovest di Piazza Ognissanti, dove un tempo sorgeva una piccola chiesa chiamata San Tommaso in Foro. Questa chiesa e il campanile diventarono l'Hotel Brunelleschi.

 

Albergo di Firenze in via Curtatone

Le Immagini nella galleria sono di fantasia


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