Giardino Tivoli a Firenze.
Nel luglio del 1869 il Consiglio Comunale approvò la richiesta di un imprenditore privato di costruire un locale di pubblico ritrovo e un parco di divertimenti in un ampio terreno panoramico adiacente allo “Stradone dei Colli”, quel tratto che oggi si chiama Viale Machiavelli, presso il Piazzale Galileo. “Unico del suo genere, scrisse un giornale, avrà il suo uguale soltanto in quelli di Dresda e Copenaghen…”. Nel 1843 un certo Georg Castersen aveva ottenuto di aprire, sull’area delle vecchie fortificazioni di Copenaghen, i “giardini di Tivoli", che ispirarono i progettisti del Battersea Park di Londra, e che divennero uno dei più celebri parchi di divertimento di divertimento d’Europa. Cosi anche Firenze, come l’altra città, finalmente ebbe il suo bel “giardino di Tivoli” che avrebbe dovuto ospitare, secondo il progetto iniziale “un salone da concerti, un cafè chantant, un Bazar all’Orientale, un Teatro Diurno, una Birreria, una Trattoria, un tiro al Bersaglio, una giostra ed altri divertimenti…”.
In quanto al parco, la concessione venne data ad una società anglo-italiana che nel marzo del 1870 iniziò i lavori che dovevano trasformare “in una specie di giardino d’Armida il dorso nudo e roccioso di quei colli amenissimi”.
Nel Tivoli fiorentino mancava, purtroppo, qualcuno che potesse prevedere che il giorno dell’inaugurazione, il 14 maggio del 1871, piovesse a dirotto. “A cagione dell’abbondante pioggia, scrisse La Nazione, l’apertura del Tivoli fuori Porta Romana è stata rimessa a giovedì 18 corrente…”. Piovve anche il 18 e pure il 19, ma alla fine il giardino venne aperto al pubblico: “la sera decorsa ebbe luogo l’apertura del Tivoli, ma il concorso non fu molto numeroso, atteso il tempo che minacciava…”. Malgrado il cattivo tempo e la poca affluenza chi intervenne si considerò soddisfatto dei divertenti giochi, i graziosi locali, del Caffè e dell’elegante recinto dedicato ai giochi, venne criticata solo la cattiva illuminazione dei piazzali e viali.
Venne elogiata, soprattutto “l’aria pura e balsamica di quel delizioso locale”. Il 28 maggio il numeroso pubblico che raggiunse il giardino, il Comune mise un servizio di omnibus, assistette ad una festa campestre con bande musicali, concerti, trattenimenti comici e fuochi d’artificio. Ingresso a pagamento, cinquanta centesimi invece i ragazzi trenta. Il Tivoli era oramai lanciato e accolse per lungo tempo i fiorentini che volevano trascorrere qualche ora di svago.
Oggi del Giardino rimangono poche tracce come si può vedere nelle foto.
Il programma prevede la commedia Il Lupo di Mare, a seguire Egisto Cipriani, l'uomo ingoiatore di una forchetta in una trattoria di Via Nuova in Firenze la sera del 10 gennaio 1872, con i certificati dei professori Puccioni e Rosati che comprovano la presenza della forchetta nello stomaco.
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