La Rificolona
La notte magica: canti e preghiere alla Vergine
La festa della Rificolona a Firenze (festeggia con noi sul barchetto) ha le sue radici nel XVII secolo, quando contadini e montanari provenienti dalle zone rurali del Casentino e della Montagna Pistoiese si recavano in città per onorare la natività della Madonna nella basilica della Santissima Annunziata. Durante il loro viaggio verso Firenze, oltre al pellegrinaggio religioso, questi contadini approfittavano dell'occasione per vendere i loro prodotti al mercato che si svolgeva il giorno successivo nella piazza di fronte alla basilica.
Per assicurarsi un buon posto per vendere i loro filati, tessuti, funghi secchi e formaggi, i contadini partivano molto presto dalle loro case e, durante il cammino notturno, si illuminavano con lanterne di varie forme appese a bastoni, canne o pertiche. Queste lanterne, realizzate in carta o tessuto colorato e aperte nella parte superiore per contenere una candela o una piccola lampada ad olio, creavano un affascinante scenario di luci e ombre lungo il percorso fino a Firenze.
Una volta giunti in città, i contadini trascorrevano la notte nei portici della chiesa della Santissima Annunziata e degli altri edifici della piazza. Illuminati dalla tremolante luce delle loro lanterne, intonavano canti devozionali dedicati alla Vergine Maria fino a tarda notte, creando un'atmosfera festosa e suggestiva.
Da allora, questa tradizione è rimasta nel cuore dei giovanissimi fiorentini, che ogni anno portano in giro piccole lanterne di carta colorata, sagomate in forme fantasiose e stravaganti, con una candela all'interno, per ricordare e preservare questa antica usanza. La "festa dei lampioni" rappresenta un legame con le radici storiche della città e un modo per celebrare la devozione religiosa e l'arte artigianale che caratterizzano Firenze.
I grilli maschi volano e saltano le femmine no.
Si incede, gli occhi fissi verso la meta, e non si ha tempo di voltarsi indietro.
Le Porte della Città che Si Chiudevano al Tramonto: Un'antica tradizione di Firenze che regolava l'accesso alla città.
Trovo quindi igienico sempre che lo stivale sia a doppia suola e il piede vi si adagi comodamente