La tragica faida tra nobili a Firenze

Tratto da Carlo Morbio, Storie dei Municipi Italiani illustrate con documenti inediti, Milano, Toschi di Omobomo, 1838.

Nella Firenze del XVI secolo, la questione dell'onore era fondamentale per i nobili e per la società in generale. In questo contesto, lo scontro tra Francesco Bucherelli e Gino di Lodovico Capponi riflette perfettamente le tensioni legate all'onore e alla vendetta che permeavano la vita quotidiana dei giovani nobili.

Tutto ebbe inizio durante una partita a palla tra i due. In seguito a una controversia su un punto del gioco, Gino Capponi, sopraffatto dalla rabbia, schiaffeggiò Bucherelli e continuò a umiliarlo con ulteriori percosse. Offeso nell'onore, Bucherelli tornò a casa in compagnia dei suoi amici Pavolo Buonagrazia e Lorenzo Spinelli, entrambi nobili di buona famiglia, che cercarono di incitarlo a vendicarsi. Pavolo, in particolare, un uomo noto per il suo coraggio e la sua predisposizione al duello, suggerì una vendetta immediata e violenta. 

Anche Nicolò degli Alessandri, un amico solitamente pacato, fu trascinato in questa cospirazione, sebbene fosse meno incline alla violenza. Il piano fu chiaro e diretto: i quattro cospiratori avrebbero fatto irruzione di notte nella casa dei Capponi per uccidere Gino. Questo tipo di vendetta era abbastanza comune nella Firenze rinascimentale, dove le faide tra famiglie e i duelli d'onore erano spesso considerati un modo legittimo per risolvere i conflitti personali. Tuttavia, i giovani non presero in considerazione le difese che Capponi poteva avere nella sua casa, dato che egli era già in conflitto con altre famiglie potenti.

La notte del 16 giugno 1548, armati di spade e altre armi, i quattro entrarono furtivamente nella casa dei Capponi. Ruppero alcune finestre e si fecero strada nell'abitazione, illuminando il percorso con una lanterna portata da Buonagrazia. In casa, però, non trovarono un facile bersaglio: Gino Capponi, pur dormendo, era ben protetto. Con lui c'erano il Capitano Goro da Monte Bernichi, alcuni soldati e i suoi fratelli. Il confronto si trasformò in una battaglia furiosa.


Battista Venturi, uno dei soldati, riuscì a infliggere un duro colpo a Buonagrazia, spegnendo la lanterna e facendo precipitare il gruppo nell'oscurità. Preso dal panico, Buonagrazia cercò di scappare, ma nel caos cadde in un pozzo. Intanto, Gino e Battista iniziarono a gridare aiuto, attirando i soldati e gli altri membri della casa nella camera da letto dove si stava svolgendo lo scontro. In quel momento, gli assalitori, presi dal panico, tentarono la fuga. Bucherelli e Spinelli fuggirono, mentre Nicolò degli Alessandri rimase a combattere, mostrando grande coraggio e abilità, riuscendo persino a uccidere un soldato e a ferire gravemente un prete.

Nonostante la sua strenua resistenza, Alessandri fu infine sopraffatto e ucciso.
L'epilogo dell'evento riflette il rigore con cui veniva mantenuto l'ordine nella Firenze rinascimentale. La guardia del Bargello, avvertita della situazione, intervenne immediatamente. Buonagrazia fu trovato nel pozzo, ferito, e giustiziato il giorno successivo, il 17 giugno
Bucherelli e Spinelli, nel tentativo di lasciare Firenze attraverso Porta San Gallo, furono catturati e giustiziati poco dopo, il lunedì successivo. La tragica fine dei giovani cospiratori e la reazione immediata delle autorità evidenziano l'importanza della legge e dell'ordine in una Firenze divisa da conflitti interni. Sebbene il valore dimostrato da Nicolò degli Alessandri fosse riconosciuto persino dai suoi nemici, le dinamiche dell'onore, delle faide e delle vendette personali finirono spesso in tragedia. Il Gran Duca Cosimo I, sebbene avesse ordinato l'apertura delle porte solo dopo l'arresto dei responsabili, si trovò a governare una città che oscillava costantemente tra il rigore della legge e il rispetto delle antiche tradizioni di vendetta e giustizia personale.

Bibliografia.
1. Giovanni Fanelli, Firenze: Architettura e città. Firenze, Becocci Editore, 1973.
 - Un'analisi della struttura sociale e urbana della Firenze rinascimentale, con approfondimenti sulle famiglie nobili e il loro ruolo.
2. Franco Cardini, Il sogno del re di Roma: Politica e società a Firenze tra Cinque e Seicento. Firenze, Le Lettere, 2003. 
 - Esplora le dinamiche di potere, onore e vendetta tra le famiglie fiorentine.
3. Alessandro Barbero, Firenze: Una storia che ha cambiato il mondo. Roma, Laterza, 2006. 
- Un racconto storico della vita politica e sociale della Firenze rinascimentale, con attenzione alle rivalità nobiliari.
4. Niccolò Capponi, La battaglia di Anghiari e la politica fiorentina nel Quattrocento. Firenze: Olschki, 1990.  
- Un libro che tratta la cultura dell’onore e delle faide tra le famiglie fiorentine del periodo.

Tutte le immagini, compresa quella di copertina, sono state create con l'IA.

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