Le indagini dell'ispettore Lucertolo

Assassinio nel vicolo della Luna
Le indagini dell'ispettore Lucertolo




Fabio Borbottoni, Piazza della Luna nel Mercato Vecchio

L'ispettore Lucertolo, il cui vero nome è Domenico Arganti, è un personaggio inventato da Giulio Piccini, alias Jarro, che indaga su un caso nella Firenze del 1830 ed è il primo volume del filone delle indagini di Lucertolo. La trama del romanzo è complessa, arricchita da un’indagine che si dipana fra analisi psicologica e aule di tribunale, la violenza, l’affresco di una città e di un’epoca e un investigatore reale e umano nelle sue qualità e nei suoi tanti difetti, arrivista e brutale. Un romanzo semidimenticato e anche un importante precursore del genere noir. Il romanzo si svolge all'interno del Mercato Vecchio fiorentino, demolito negli anni 80 dell'Ottocento, ma potrebbe essere ambientato in qualunque epoca o città.

Di lui dice il suo autore:
"Il famoso birro, uomo senza scrupoli, senza alcuna moralità, prepotente, rabbioso, violento, viveva fra dissolutezze e soprusi, aveva un solo pensiero: quello di apparire destrissimo nella sua professione per arrivare ad un grado più elevato, per avere il denaro, che diveniva sempre più necessario alla vita che menava di sordide crapule."
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Vicolo della Luna

 
[...] Cotesto vicolo è così stretto che un bambino, mettendovisi nel mezzo, e allargando le braccia, può facilmente toccarne le sozze e sbonzolate pareti. La donna appena ebbe messo piede in quel luogo oscuro, su quel pavimento viscido, sempre dilagato da scolature di acqua putrida; infetto da lordure di ogni maniera, quasi provasse un sentimento di ribrezzo, stette per tornare indietro​ [...].
 
 
"[...] In piazza della Luna l’agitazione degli ufficiali e degli agenti della polizia era grande. I delitti di sangue erano allora rarissimi nella città. La notizia d’un assassinio bastava a gettare lo sgomento e il terrore nella popolazione. Lucertolo era andato nel Ghetto a cercare dei lumi; Zampa di Ferro, partito subito a un ordine dell'Ispettore, era andato a chiamare un medico; il Matto, celebre birro, conosciuto con tal nome per le sue stranezze, per il suo ceffo stravolto, era corso a svegliare il signor Carolti, padrone della farmacia all’Insegna dello Spirito Santo. Questa farmacia, in que’ tempi famosa, si trovava accanto all’antichissima e non meno famosa rosticceria della Fila. I barattoli, gli alberelli, le guastadette negli scaffali della farmacia erano tutti oggetti in maiolica delle riputate fabbriche di Faenza, di Gubbio, di Montelupo, vetusti oggetti di molto valore, disputati e ricercati fra gli antiquarii.
 



Piazza della Luna

 
Appeso al palco, sopra il banco, si vedeva una specie di globo di legno. Alla parte inferiore, e più incavata e profonda del globo era attaccato un cordone, che scendeva sino al banco. Il globo serviva di cassetta pei denari. Ogni volta che il farmacista voleva dare un resto, o incassava un paolo, tirava il cordone, la parte inferiore del globo scendeva, quindi egli la lasciava risalire e unirsi all’altra parte che le serviva di coperchio. I vecchi fiorentini riconosceranno l’esattezza di questa descrizione. Lucertolo in due minuti tornò in Piazza della Luna, portando i lumi, e li posò a terra. Uniti alle lanterne, che già vi erano, fecero incontanente un grande chiarore. Tutti videro la larga gora del sangue, che inzuppava le vesti del giovane assassinato, si attendeva intorno al suo corpo. L’Ispettore si chinò per il primo, mentre Lucertolo, tenendo un lume, lo seguiva in tutti i suoi movimenti. — Dov’è la ferita? — domandava l’Ispettore. II tenente, lo scrivano della piazza, altri birri si erano chinati. Lucertolo, ansioso di scuoprire, di rendersi utile, di riparare in qualche modo la sua tremenda sconfitta, tenendo una mano dinanzi al lume, guardava attento, col suo occhio pratico, per essere il primo a segnalare qualche indizio. — Ecco la ferita! — disse egli sollevando leggermente la testa della vittima. Furono accostati altri lumi e tutti videro nella parete sinistra del cranio un’apertura, dalla quale, a quel movimento, sgorgò un filo di sangue, che spruzzò la mano di Lucertolo. — Il sangue è caldo! molto caldo! — disse il birro. Adagiò di nuovo la testa sullo sterrato e tutti allora esaminarono il volto della vittima. La fronte era quasi coperta dai lunghi capelli insanguinati, e il sangue, che imbrattava giù tutte le gote, si era fermato nella cavità degli occhi. Si vedeva qua e là appena qualche poco di pelle pallidissima. Era un orrido e ripugnante spettacolo! [...]

[...] Una donna, tutta velata, della quale sarebbe stato difficile dire l’età avendo il volto coperto, ma che pareva giovane alle snelle movenze della persona e alla scioltezza del passo, usciva da una casa in piazza degli Amieri, traversava frettolosamente varie stridette, passava dinanzi alla Loggia del Pesce, e senza mai guardarsi a destra e sinistra, entrava in quell’argutissimo e nero varco, che si vede tutt’ora fra due gruppi di case; e si chiama Vicolo della Luna. [...]

Un piccolo assaggio di un libro pubblicato nel 1883. Da leggere, vi divertirete. Promesso.
Il libro è stato ristampato da diverse case editrici e potete senza problemi trovarlo in tutte le buone librerie.




 
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