Abbazia dei Santi Salvatore e Lorenzo a Settimo
L'Abbazia dei Santi Salvatore e Lorenzo a Settimo ha una storia che inizia nel X secolo, fondata nel 908 dai Cadolingi, conti di Borgonuovo e signori di Monte Cascioli, e dotata di beni. Inizialmente chiamata San Giovanni Gualberto, fu un luogo di riforma monastica condotta da monaci Benedettini. Nel 1068, si narra che qui S. Pietro Igneo compì la famosa prova di attraversare il fuoco.
Nel 1236, i monaci Cistercensi dalla Francia riformarono il monastero e aggiunsero nuove parti all'edificio. Questo periodo segnò l'apice dell'importanza dell'Abbazia a Settimo. I Cistercensi si dedicarono non solo alla vita monastica, ma anche all'agricoltura, all'industria e alla bonifica delle terre circostanti.
La Repubblica Fiorentina considerò molto preziosi questi monaci e affidò loro importanti incarichi, tra cui l'amministrazione del tesoro pubblico e delle attività della Signoria, oltre a incaricarli della costruzione delle mura e dei castelli nelle zone circostanti. Inoltre, esentò il monastero da tasse e decime ecclesiastiche.
L'Abbazia a Settimo fu anche fortificata a causa della sua rilevanza strategica e le milizie fiorentine furono mandate a presidiarla. I Cistercensi contribuirono all'abbellimento dell'abbazia, ricostruendo la chiesa, rinnovando il convento e arricchendo il complesso con numerose opere d'arte.
Tuttavia, la sua grandezza declinò quando l'abbazia fu convertita in un beneficio per cardinali e prelati fedeli alla corte romana, iniziando con il cardinale Domenico Capranica nel periodo di Eugenio IV. Questo segnò la fine dell'abbazia come un centro monastico prospero. Nel 1782, con la soppressione dei Cistercensi, tutto il patrimonio dell'abbazia fu disperso.
L'Abbazia a Settimo ha una struttura simile a un castello rettangolare con solide mura, merli e torri di difesa. Una delle torri difendeva l'accesso principale ed è decorata con una grande figura del Salvatore in stucco, realizzata da un artista del XIV secolo. All'interno, si estendono edifici monastici imponenti attorno a un grande chiostro ionico, spesso attribuito a Filippo di Brunellesco. La chiesa monastica, a tre navate, è decorata con ornamenti gotici in laterizio all'esterno, ma ha subito molte modifiche al suo interno nel corso degli anni. Nonostante queste alterazioni, l'abbazia conserva ancora le tracce delle sue ricche tradizioni artistiche e storiche.
Le statue antiche sono state conservate in nicchie di marmo e sostituite da opere moderne.
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