Luigi Arrighetti

Lo Scultore della Copia del David di Michelangelo

La storia dell'arte italiana è costellata di capolavori, ma pochi di essi godono della fama e del riconoscimento mondiale del David di Michelangel*. Questa celebre scultura, simbolo di perfezione anatomica e di bellezza classica, ha affascinato generazioni di amanti dell'arte e continua a essere uno degli emblemi della città di Firenze. Tuttavia, la statua che oggi possiamo ammirare in Piazza della Signoria non è l'originale, bensì una copia. Ed è proprio su questa copia che si concentra il nostro racconto: la storia dell'uomo che la scolpì, Luigi Arrighetti, e del processo che portò alla sua creazione e posizionamento.

Era il 1873 quando, dopo lunghe discussioni e proposte riguardanti la protezione del David originale, si decise di spostare la statua dalla piazza pubblica alla Galleria dell'Accademia, dove potesse essere meglio conservata e protetta dagli agenti atmosferici e dai rischi legati all'esposizione all'aperto. Questa decisione si rivelò cruciale, perché la statua, eretta in Piazza della Signoria dal 1504, aveva subito danni causati da secoli di esposizione. La rimozione del David fu un'operazione complessa: la statua venne trasportata con cura estrema, impiegando otto giorni per coprire il breve tratto di strada fino alla sua nuova casa.
Ma mentre la statua veniva preservata per le generazioni future, il suo basamento originale, opera degli artisti Giuliano da Sangallo e Antonio del Pollaiolo, non sopravvisse al trasferimento. Il basamento si distrusse completamente, venendo poi ricostruito. A completare la scena mancava ancora un elemento fondamentale: una copia in bronzo del David doveva essere collocata in piazza, sul piedistallo ricostruito, ma il destino aveva in serbo un piano diverso.

Il progetto di realizzare una copia del David si protrasse per decenni, ostacolato da incertezze, discussioni e persino cambiamenti politici. La statua originale era un'icona della città, e trovare un degno sostituto non era un compito semplice. Una delle prime idee fu di creare una copia in bronzo,(immagine del calco del David prima della fusione in bronzo), destinata a guardare Firenze dall'alto del Piazzale Michelangelo, un luogo panoramico situato sulle colline della città, da cui si gode una vista mozzafiato sul centro storico.

Tuttavia, l'iter burocratico fu lungo e complesso. Firenze attraversava un periodo di instabilità politica, con una rapida successione di sindaci e commissariamenti: nel 1903, Palazzo Vecchio fu commissariato (1) per un intero anno. Questi continui cambiamenti ostacolarono i lavori della commissione incaricata di supervisionare la realizzazione della copia del David, e solo dopo lunghe discussioni si giunse alla decisione di bandire un concorso per selezionare l'artista che avrebbe scolpito la nuova versione della celebre statua.
Alla fine, il concorso si concluse nel 1910, e il vincitore fu Luigi Arrighetti, uno scultore di Sesto Fiorentino nato nel 1858. Figlio d'arte, Arrighetti era già noto per le sue abilità nel creare copie di statue e per i suoi ritratti. Tra le sue opere si annovera una fitta corrispondenza con committenti stranieri, tra cui un professore danese e una donna norvegese, che gli avevano commissionato varie sculture. La sua perizia nell'arte della riproduzione lo rese la scelta ideale per creare la nuova copia del David. Ma la sua nomina non fu l'unico ostacolo. La documentazione storica mostra che la realizzazione della copia fu seguita da vicino da una "Commissione esecutiva per la riproduzione del David", presieduta dallo scultore Augusto Rivalta. In una relazione finale, Rivalta chiese al sindaco di Firenze, (Francesco Sangiorgi) di reinstallare le impalcature attorno alla statua, rimosse troppo presto. Questo documento, non datato, dimostra quanto meticolosa fosse l'attenzione alle fasi finali della realizzazione e dell'installazione della copia.
Il David di Luigi Arrighetti venne finalmente collocato sull'arengario di Piazza della Signoria, dove ancora oggi domina la scena, sostituendo l'originale Michelangiolesco che si trova al sicuro nella Galleria dell'Accademia. La copia venne accolta con grande interesse, anche se non mancarono critiche e polemiche.

Una delle discussioni più singolari riguardò l’aspetto della nudità della statua. Alcuni cittadini, scandalizzati dalla vista del David esposto alla luce del sole senza veli, proposero di coprire le sue "pudenda" con una foglia di fico. La polemica raggiunse livelli tali che si parlò persino di indire un referendum cittadino per decidere il destino della statua. Tuttavia, la consultazione popolare non ebbe mai luogo, e il David continuò a troneggiare nella sua interezza, sfidando i tentativi di censura.
Un altro episodio curioso legato alla copia del David è narrato dall'ex sindaco di Firenze, Piero Bargellini, che, nel suo libro Le strade di Firenze, racconta un aneddoto riguardante un giovane ragazzo di Sesto Fiorentino. Questo ragazzino, durante una visita in piazza della Signoria, affermò con orgoglio davanti a un gruppo di turisti che quella statua era stata scolpita da suo zio. A quanto pare, il giovane si riferiva proprio a Luigi Arrighetti, lo scultore che aveva realizzato la copia.
La copia del David di Arrighetti è oggi parte integrante del paesaggio fiorentino, osservata quotidianamente da migliaia di turisti e cittadini (Foto di anni fa). Sebbene sia solo una riproduzione, essa rappresenta un legame indissolubile tra il passato e il presente, tra l'opera originale di Michelangelo e l'arte della riproduzione che ha permesso di preservare un capolavoro per le generazioni future. Il lavoro di Luigi Arrighetti non è soltanto un atto di fedeltà all'originale, ma anche una testimonianza di come la città di Firenze, attraverso le sue amministrazioni e i suoi artisti, abbia voluto proteggere e tramandare il proprio patrimonio artistico. La storia di Arrighetti e della sua copia del David dimostra che anche le opere di riproduzione, spesso considerate di secondaria importanza, possono giocare un ruolo fondamentale nella conservazione della memoria culturale.

1) Il Comune di Firenze venne commissariato, (venne inviato Luigi Berti) nel 1903 a causa di una serie di conflitti politici e difficoltà amministrative che impedirono il normale funzionamento dell’amministrazione cittadina. Il periodo a cavallo tra il XIX e il XX secolo fu particolarmente turbolento per la politica fiorentina e italiana in generale, segnato da instabilità e tensioni tra le varie forze politiche, specialmente tra i liberali moderati e le correnti più progressiste e socialiste. Nello specifico, Firenze era una città in forte trasformazione, con problemi legati alla gestione urbana e alle pressioni derivanti dall'espansione demografica e dalle esigenze di modernizzazione. In questo contesto, si crearono tensioni tra i vari partiti che non riuscivano a trovare un equilibrio di potere stabile. Le difficoltà aumentarono a tal punto che il sindaco e l'amministrazione non furono più in grado di portare avanti il loro mandato in maniera efficace. Il governo centrale, ritenendo la situazione insostenibile, decise di commissariare il comune nel 1903. Il commissariamento consisteva nella sospensione del consiglio comunale e nella nomina di un commissario straordinario, incaricato di gestire temporaneamente l’amministrazione cittadina, ristabilendo ordine e continuità nelle decisioni cruciali per la città. Il commissario svolse quindi le funzioni del sindaco fino a nuove elezioni, che si tennero successivamente per ristabilire la normale governance del Comune di Firenze.

Bibliografia
- Piero Bargellini, Le strade di Firenze, Bonechi, Firenze, 1976.
- Ugo Procacci, Michelangelo. Il David restaurato, Edizioni Alinari, Firenze, 1982.
- G. Marchini, Firenze nell'arte e nella storia, Sansoni, Firenze, 1968.

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