L'Ufficio degli Otto di Guardia e Balia fu istituito nel 1375 con l'obiettivo di garantire la tranquillità e la sicurezza dei cittadini di Firenze e dei territori circostanti. Il nome "Otto" deriva dal fatto che questo ufficio era composto da otto ufficiali, due eletti per ogni quartiere della città. La loro funzione principale era quella di preservare l'ordine, la libertà e la moralità in tutta l'area cittadina e nei territori sottoposti al dominio fiorentino. Questo compito era evidenziato da numerosi editti incisi su targhe di pietra poste in varie strade della città.
Il termine "Balia" si riferisce all'autorità di ricercare, catturare e giudicare coloro che infrangevano la legge, inclusi ribelli e delinquenti comuni. Questi giudizi avvenivano tramite processi condotti dallo stesso tribunale degli Otto, e le loro sentenze non erano soggette ad appello.
L'autorità della Balia veniva generalmente rinnovata ogni due mesi dalla Signoria, ma poteva essere negata in casi in cui la necessità pubblica lo richiedesse. In tali situazioni, gli Otto di Guardia erano responsabili solo dell'arresto dei colpevoli, mentre la Signoria si occupava del processo e della condanna.
Gli Otto si riunivano quotidianamente, mattina e sera, tranne il sabato sera, nel palazzo del Podestà o del Bargello, dove si svolgevano i processi e le condanne.
L'insegna degli Otto raffigurava un cavaliere con la spada sguainata e uno scudo bianco con una croce rossa del Popolo. Il cavallo era coperto da una coperta verde con una croce rossa sulla parte terminale, mentre tutti gli altri elementi erano rappresentati nei loro colori naturali.
Se i danni di questa inondazione, 1844, furono ben lievi per Firenze, lo si deve intieramente al governo granducale.
Nel 1659, vicino all'opera descritta, nacque un ospizio caritatevole; oggi, il tabernacolo di Gherardini è in rovina.
Il terremoto del 1895 scosse Firenze, ma la città si riprese, proteggendo il suo prezioso patrimonio culturale.
Sopra il portale principale di Palazzo Vecchio campeggia frontespizio decorativo in marmo datato 1528, con il monogramma raggiato di Cristo Re.