Scopri la storia affascinante del vicolo Marzio, una strada storica nel cuore di Firenze. Questa strada pittoresca si estende dalla piazza del Pesce, vicino al famoso Ponte Vecchio, fino alla piazza di Santo Stefano. Nonostante le sue dimensioni modeste, il vicolo Marzio conserva ricordi che risalgono almeno al XIV secolo.
Uno dei ricordi più notevoli è legato a un’antica leggenda riguardante una statua di Marte, menzionata dal grande poeta Dante Alighieri e dagli storici locali. Secondo la leggenda, un frammento di pietra che rappresentava il Dio Marte a cavallo proveniva da un presunto tempio di Marte a Florentia, situato dove ora sorge il Battistero. Questo frammento fu collocato vicino al ponte per preservare la memoria dell’antico protettore della città.
Tuttavia, i Fiorentini preferirono Giovanni Battista come loro patrono, scatenando la rabbia dell’antico dio Marte, che avrebbe maledetto la città con lotte interne infinite. Questa maledizione è nota come la “trista” arte della guerra, e Dante stesso ne soffrì amaramente, come descritto nell’Inferno (Canto XIII, versi 130-151).
La statua andò perduta durante l’alluvione del 4 novembre 1333, che causò anche il crollo dell’antenato del Ponte Vecchio. La sua perdita fu interpretata come un presagio di sventure future, tra cui la terribile peste nera del 1348.
Studi più recenti mettono in discussione se la statua fosse davvero una rappresentazione di Marte. Alcuni suggeriscono che potrebbe aver rappresentato un re barbaro, forse Teodorico o Totila, che col tempo è stato confuso con il dio Marte forse a causa della perdita della memoria storica.
Infine, alcuni sostengono che il percorso che collega via Vacchereccia, il chiasso degli Armagnati, il chiasso Cozza e il vicolo Marzio potrebbe essere quello che in epoca romana portava all’antenato del Ponte Vecchio, costruito nelle vicinanze della piazza del Pesce.
La pestilenza del 1348 colpì Firenze e il mondo, mietendo centinaia di migliaia di vite, portando disperazione e immoralità.
Due parole sotto le quali non vive nessuna idea determinata e concreta.
Il re d'armi, accompagnato da due araldi, riceve dal suo signore la spada che deve presentare al personaggio, che vuole sfidare.
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